Mentre l'Italia si lascia alle spalle un giugno timido e l'estate comincia a farsi sentire per davvero, in Germania tutto sembra restare invariato: al Sachsenring diciotto gradi, nuvoloni grigi che rendono il sole un lontano ricordo e una brezza pungente, fredda, fastidiosa persino per chi sugli spalti o nel paddock sta seduto a guardare le moto che corrono. Figuriamoci per i piloti, che devono fare i conti con la pista più particolare del campionato; quel toboga tedesco che - oltre ad essere la pista più corta del calendario - è anche quella che vanta il maggior scompenso tra curve a sinistra (13) e a destra, appena 3. Tre come i tracciati (Phillip Island, Valencia e - ovviamente - Sachsenring) in cui Michelin porta gomme asimmetriche sia all'avantreno che al posteriore.
Si tratta di un insieme di componenti eccezionali che contribuiscono a rendere il venerdì di Germania uno dei più thrilling della stagione. Dopo una mattinata tutto sommato tranquilla, le Prequalifiche del primo pomeriggio rintuzzano intransigenti l'abbiocco post prandiale, sin dai primissimi minuti. Marco Bezzecchi nel primo giro lanciato del turno perde l'anteriore della sua GP23 all'ingresso di curva 11 (la veloce e brusca piega a destra prima della Waterfall - la cascata), qualche secondo più tardi Marc Marquez (vittima di una lieve scivolata alla prima curva in FP1) nel medesimo punto è protagonista dello stesso evento anche se - nel tentativo (inizialmente riuscito) di salvarsi dalla scivolata facendo leva con gomito, spalla e ginocchio sull'asfalto - il 93 sposta involontariamente tutto il carico sul posteriore, che riacquista aderenza e lo lancia per aria, in quello che alla fine è a tutti gli effetti un highside.
Marco e Marc si rialzano con cautela, tornano nel paddock accompagnati in scooter, con le tute da buttare, ma apparentemente sani. Si cambiano, rientrano ai box e saltano in sella alla rispettiva seconda moto per ripendere la via della pista, ma proprio in quel momento Fabio Di Giannantonio viene perentoriamente scaricato dalla sua Desmosedici appena accarezza la leva del freno per impostare curva 1. La prima piega del Sachsenring, così come quell'undicesima che ha visto rotolare nel ghiaione Marquez e Bezzecchi, è destrorsa e preceduta da una serie di curve a sinistra, un lasso di tempo nel quale la spalla destra della gomma fatalmente si raffredda. Un tema storico e ricorrente in Germania che - complici le temperature di questa edizione - è tornato al centro dell'attenzione. Intanto, mentre tutti si interrogano sulle condizioni di sicurezza della pista tedesca, la Direzione Gara sventola bandiera rossa: le Prequalifiche si interrompono per consentire ai marshalls di sostituire l'air fence squarciato dalla Ducati GP23 di Di Giannantonio, che nel frattempo si tocca la clavicola destra e viene scortato al Centro Medico dagli uomini del Team VR46. Al semaforo verde, Marc Marquez tenta un time attack anticipato e si mette davanti a tutti con un 1'20"384 che profuma di forma e ottimo smalto, ma al giro successivo il 93 viene inquadrato mentre - lasciata la moto al box - sale le scalette del motorhome Gresini instabile nei movimenti,sorretto dal padre e dai componenti del team di Nadia Padovani. L'otto volte campione del mondo viene accolto dell'equipe di super professionisti del Centro Medico, che intanto liberano un Diggia senza fratture e visibilmente sollevato.
Il pilota romano raggiunge gli altri colleghi per l'attacco al tempo di fine turno, dove Fabio riesce a staccare un'eroica qualificazione per il Q2, con il nono tempo. Nessuno, intanto, riesce ad interpretare il terzo settore come fa Maverick Vinales, che con uno strepitoso 1'19"622 firma il record della pista e porta l'Aprilia in testa. Miguel Oliveira con la RS-GP di Trackhouse - terzo a tre decimi dal compagno di marca - conferma l'ottima forma di Noale sull'asfalto della Sassonia. Il portoghese, oltretutto, si inserisce tra un plotone di Ducati ufficiali: è preceduto da Jorge Martín (1'19"962) ed è seguito da Alex Marquez, Pecco Bagnaia (1'20"061), Enea Bastianini e Franco Morbidelli. In top ten anche le KTM di Pedro Acosta e Brad Binder, che precede Jack Miller, undicesimo e primo degli esclusi, dove figurano - tra i big - anche Fabio Quartararo, Marco Bezzecchi e Marc Marquez (tredicesimo grazie a quell'1'20"384 assestato prima di farsi controllare al Centro Medico). Mentre, a pochi istanti dalla bandiera a scacchi, Pedro Acosta ed Enea Bastianini si aggiungono senza conseguenze fisiche alle vittime di curva 1 e curva 11, il Dottor Charte conferma che Marc Marquez non ha fratture alle costole, dove sentiva dolore intenso, ma solo all'indice della mano sinistra. La miglior notizia della giornata è proprio questa: considerati i pregressi, stanno tutti - miracolosamente - bene. A domani, sperando che faccia più caldo.