Jorge Lorenzo è uno dei piloti più formidabili della MotoGP. Ha vinto contro Valentino Rossi, Casey Stoner, Dani Pedrosa e Marc Marquez. Sempre a muso duro, sempre da antagonista. Non ha mai avuto il carattere espansivo dei due più vincenti, né tantomeno il genio dell’australiano. È in mezzo a loro però che ha conquistato 5 titoli mondiali, poco importa che abbia bisogno di ricordarlo periodicamente al resto del globo.
Lorenzo ha vinto grazie ad un talento straordinario, ma anche lavorando come un automa alla ricerca della perfezione. Così nelle giornate buone era per tutti “Il Martillo”, uno capace di stampare una ventina di giri veloci in gara, imprendibile per gli avversari quando scattava davanti. Una tecnica frutto della scuola del padre Chicho, il quale ha messo in piedi una sorta di caserma del motociclismo in cui il lavoro viene prima del divertimento. Quattro ore a disegnare cerchi con la moto in un piazzale, tra i birilli. Poi altre quattro ore e avanti così. Quando le cose andavano male era un pilota capace di parlare a sproposito, frustrato davanti alle telecamere, uno di quelli che si sentono presi di mira dal sistema.
Poi il ritiro, a cui nessuno ha creduto fino in fondo (forse nemmeno lui) e questa nuova vita ostentata su Instagram, tra fuoriserie da milioni di euro e hotel di lusso in giro per il mondo. Jorge abbina tute da palestra a orologi Patek Philippe, libri di business a feste in spiaggia, aforismi sulla vita a serate al Billionaire. Passa le giornate con un amico in cerca di svago e invita Max Biaggi a Dubai per prendere il sole, ed è come Elvis Presley quando regalò una ventina di Cadillac ad amici e sconosciuti. Solo che The Pelvis era il re del Rock&Roll negli anni Sessanta e lui è un pilota in pensione nell’epoca dei social.
Scorrendo i suoi post su Instagram si può leggere ogni genere di cosa. C’è chi gli dice che abbia perso il senso della misura, chi è stufo della sua ironia fatta di continui “che dura la vita” e chi nota il suo fisico imbolsito mentre si rilassa in piscina. Marco Melandri ha scritto addirittura che “con un fisico così… può accompagnare solo”, un atteggiamento che ormai da diversi anni si chiama body shaming. Jorge ha risposto con una foto a Dubai a fianco di una Labomrghini Huracán EVO, scrivendo che: “Non sarò mai criticato da chi fa più di me, ma soltanto da chi fa meno o niente”.
La verità è che Jorge Lorenzo ha ragione. Dopo aver passato una vita a rispondere a domande, a sopportare pressioni e a mettersi contro tutti, ora si gode i frutti del suo lavoro. Fa proprio quello che ci si aspetterebbe da qualcuno che ha vinto la lotteria, in una rivisitazione realistica di Vacanze di Natale 2000. Tra un milione di scelte discutibili, dagli outfit ai copy (come direbbero gli americani) ce n’è una che non si può contestare, perfettamente riassunta a suo tempo dall’immenso George Best: "Ho speso gran parte dei miei soldi in alcool, donne e macchine veloci, il resto l'ho sperperato”.
Ecco, lasciamo in pace Jorge Lorenzo.
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