Domani smetto, almeno per un po’. È stato questo, in sintesi, che ha detto Marc Marquez nel sabato delle qualifiche. “Vi ho mentito, lo ammetto, vi ho detto che non mi sarei operato ancora, l’ho fatto per tutelarmi e adesso sapete la verità”. Partire per l’America allora, farlo subito perché adesso si può, aspettare un giorno soltanto. Un giorno, però, che è quello buono per la gara.
Correre al Mugello, oggi, non serviva a nulla. Non ai punti per il campionato, perché nel migliore dei casi Marc Marquez tornerà su di una MotoGP per i test di Valencia, un po’ come arrivare in discoteca quando hanno già acceso le luci. Per il fisico nemmeno a parlarne, mettere letteralmente sulle spalle un’altra gara è soltanto controproducente e lui lo sa bene. Oggi Marc Marquez ha corso solo per sé stesso, per sentire il sapore delle corse un’ultima volta prima di chissà quanto tempo: quando riuscirà a tornare in moto non lo sappiamo e, con tutte le probabilità, non lo sa nemmeno lui. Soprattutto, non sa se un altro anno di purgatorio tra chirurgia e riabilitazione basterà a rimettere le cose a posto. Marc Marquez non ha voluto arrivare fino al Gran Premio di casa, che pure si corre la settimana prossima, perché questo l’addio pesa come un macigno.
Marc si è regalato un giorno per accarezzare l’asfalto col gomito, con l’unico obiettivo di ricordarsi bene queste sensazioni prima di chiudere la serranda del box abbastanza a lungo da ritrovarci un altro compagno di squadra. La regia internazionale lo inquadra una, forse due volte in tutta la gara, gara che l’8 volte campione del mondo conclude in decima posizione. Nel giro di rientro le telecamere tornano a cercarlo, vanno a inquadrare il suo volto commosso e disperato. Lui se ne accorge, scuote la testa e poi chiude la visiera. Piange, per il dolore e per i pensieri. La festa è finita e adesso si torna a casa. Di nuovo in apnea, dritto verso il fondale in cerca di qualcosa che ancora gli manca. Un altro si sarebbe rassegnato, lo avrebbe fatto già nel 2020 con il primo infortunio. O con la diplopia, due volte in cinque mesi. O con la seconda operazione, la terza. Due anni così avrebbero fatto dire di no praticamente a chiunque, lui ne sta scommettendo un terzo. Se gli altri piloti, gli sponsor e la Honda continuano a puntare su Marc Marquez il motivo è proprio questo: piuttosto che arrivare dietro e accontentarsi dei punti, lui preferisce smettere.