Vedere Lewis Hamilton devastato dal mal di schiena al termine del Gran Premio di Baku, visibilmente in difficoltà nel tentativo di scendere dalla propria monoposto dopo aver sopportato gli effetti del porpoising per tutta la durata della gara, ha fatto venire i brividi alla maggior parte degli spettatori davanti al televisore.
Una prova di forza per il sette volte campione del mondo che scelto di stringere i denti e di concludere la gara nonostante il dolore, dichiarando solo alla fine che quella di Baku è stata "probabilmente la gara più dura di tutta la mia carriera". Della situazione ingestibile si è scusato, ancora una volta, il team principal Toto Wolff che ha definito la W13 una "scatola di mer*a" impossibile da guidare. E nonostante la squadra abbia ottimizzato al meglio la situazione e il doppio ritiro della Ferrari con un terzo posto di George Russell e quarto di Lewis Hamilton, l'effetto del saltellio della macchina in piste come quella di Baku appare del tutto fuori controllo.
A fare una tragica premonizione di quello che potrebbe succedere in pista a causa del saltellamento delle monoposto è stato Russell che per primo ha lanciato l'allarme sicurezza: "Il porpoising è brutale, faccio fatica a vedere dove devo frenare alla fine del lungo rettifilo. È solo questione di tempo prima di assistere a un grave incidente. Temo per un disastro. Non credo che si possa andare avanti così per altri tre anni o per quanto resteremo con queste regole La situazione è già troppo pericolosa".
Allo sfogo si sono uniti molti altri piloti, da quelli interessati in prima persona ai colleghi meno vittime di questa problematica come Sebastian Vettel che, dopo i risultati di Baku e le condizioni di Hamilton, ha dichiarato: "Dobbiamo trovare una soluzione, non penso che potremo passare quattro anni in questo modo. Ad un certo punto ci sarà il botto, e farà davvero il botto. E poi tutti diranno: 'L'avevamo detto' quando sarà già troppo tardi".
La FIA per il momento però sembra fare spallucce e chiede ai team di risolvere personalmente il problema visto che, dopo aver proposto a inizio stagione alcune soluzioni come un'altezza minima da terra da far rispettare così da andare a indebolire molto l'effetto del saltellamento, le squadre hanno scelto di non aderire alle iniziative e di cercare di risolvere in modi alternativi il problema così da non andare a compromettere i risultati. A questo punto della stagione però la Federazione dovrebbe prendersi la responsabilità di mettere al primo posto la sicurezza dei piloti in pista e quindi di adottare soluzioni definitive con il benestare o meno delle squadre coinvolte.