Doveva essere la stagione della redenzione per la Roma e invece le aspettative, almeno per questa prima parte di campionato, non sono state assolutamente rispettate. L’arrivo di Josè Mourinho aveva portato una ventata di entusiasmo nei tifosi giallorossi che con gli acquisti della nuova proprietà guidata dal presidente Dan Friedkin che avevano fatto sperare in un’annata ricca di soddisfazioni e, soprattutto, nelle prime posizioni in classifica. I giallorossi invece non hanno assolutamente convinto e, dopo pesanti batoste, su tutte la sconfitta pesante nel derby e il clamoroso 6-1 in Norvegia contro il Bodo Glimt. Ancor più clamoroso è l’ultimo ko contro la Juventus con la squadra di Mourinho che, avanti per 3-1 al 75esimo, è uscita a testa bassa da un Olimpico infuriato. A commentare con noi questo momento no è lo storico capitano e ‘Principe’ di Roma Giuseppe Giannini.
Giannini, cosa è successo contro la Juventus?
C’è stata troppa consapevolezza sul 3-1 e invece i cambi hanno determinato la partita da una parte e dall’altra.
Morata e Kulusevski hanno fatto la differenza…
Per dire fino a quando c’era Felix in campo Cuadrado non ha mai superato il centrocampo, nel momento in cui è stato sostituito è stato determinante per i bianconeri. Sono piccole sfumature che però hanno determinato la vittoria anche se quel rigore sull’1-0 era da fischiare, è sempre stato così e poteva cambiare le sorti della gara.
Intende la mano di De Ligt nel primo tempo?
Sì, quello è rigore. Tante volte abbiamo visto che chi crossava tira di proposito la mano sul braccio e sono sempre stati fischiati. La palla di Pellegrini andava in porta e guarda caso non è stato fischiato, sarebbe diventata un’altra partita. Anche se comunque resta il problema già detto, al 75esimo la partita deve essere addormentata e portata a casa.
Secondo lei quale è il problema di questa squadra?
Probabilmente qualche limite la squadra ce lo ha, gli allenatori danno delle idee ma non giocano. La Roma ha giocatori importanti ma no grandi, dipende da come uno li classifica. Per ‘grandi’ intendo chi ha avuto una carriera importante alle spalle e alla Roma ce ne sono pochi.
Zaniolo e Pellegrini quindi non lo sono?
Sono buonissimi giocatori ma che devono sempre migliorare tanto. Lo stesso Cristante, una volta gioca difensore poi mediano, diventa difficile avere continuità di rendimento. Anche Abraham è giovane ma sta giocando adesso perché al Chelsea non trovava spazio.
Chi è il migliore della stagione fino a questo momento?
Per distacco Pellegrini, se paragoni la rosa lui è il più importante perché nonostante i problemi fisici determina le partite. Con la Juve è stato sfortunato ma poco prima ha tirato fuori una perla incredibile.
È la persona adatta per indossare la fascia al braccio?
Sì perché è cresciuto anche caratterialmente. All’inizio hai qualche problema nel capire determinate situazioni, è successo anche a me, Totti e De Rossi. Adesso è maturato molto, si è immedesimato bene nell’immagine del capitano.
Giannini, Zaniolo può sostituire Chiesa in Nazionale?
Dipende da lui e da come affronterà le partite del campionato. Deve dimostrare a Mancini che ha il desiderio di tornare in Nazionale, ma assolutamente sì può tranquillamente essere il suo sostituto.
Perché a Roma è difficile vincere?
Perché ci vuole carattere. Giocare con una squadra giovane d’età e d’esperienza fai fatica. Se ne è accorto Mourinho che anche i più bravi non hanno lo spessore per reggere le responsabilità e la tensione che questa piazza ti dà. Stiamo parlando di Roma, tanto affettuosa quanto esigente. Quando le cose non vanno si misura lo spessore di una squadra e dei singoli, per questo vanno preso giocatori abituati a queste situazioni.
Mourinho è il top player di questa squadra?
Ha una carriera alle spalle che gli permette di esprimere qualsiasi cosa in qualsiasi posto perché ha vinto e fatto grandi cose però a volte bisogna stare attenti e rendere conto a 25 giocatori che incontri nello spogliatoio e ce li hai davanti. Per adesso però sì, è il top player. Si è portato dalla sua parte la piazza e senza Totti e De Rossi è lui il punto di riferimento. Quantomeno prova a spronare la società, l’ambiente.
La nuova proprietà dovrebbe offrire un ruolo dirigenziale a Totti?
Penso di sì, vedo che piano piano si vede sempre più spesso e probabilmente ci sia questa voglia. Magari non lo sappiamo, magari verrà contattato. Sono cose che spettano ai Friedkin.
Lei invece perché non è dentro alla società?
Io non ci sono mai stato, è diverso. Dal momento in cui ho lasciato non ho mai avuto l’opportunità di entrare, non mi sono mai sentito all’interno. Non me ne faccio un dramma e faccio il tifoso
Ci fosse l’opportunità accetterebbe?
Soltanto un pazzo rifiuterebbe la Roma.
Meglio costruire un nuovo stadio o migliorare quello attuale?
Se ci fosse l’occasione è meglio rifarne uno da capo, l’Olimpico verrebbe comunque diviso con la Lazio e adesso le società vogliono avere un proprio impianto per aiutarsi con i costi e le eventuali entrate. È un discorso economico.
A chi lo intitolerebbe?
Ce ne sono tantissimi giocatori importanti. Penso a Di Bartolommei, Dino Viola, Sensi. Ma non spetta a me dirlo, già sarebbe un risultato vederne uno nuovo.
Parlando di bandiere, Insigne a Toronto che ne pensa?
Lui ha 30 anni e numerosi gravi infortuni alle spalle. Quando capita un contratto a quelle cifre, in pochissimi hanno queste possibilità. Chiaramente ha valutato tutto e ha fatto quello che doveva fare. A quell’età vai a guadagnare tantissimi soldi e anche se il campionato non è eccezionale comunque ti guardi intorno e pensi al tuo futuro.