Ci sono due ragioni per cui si finisce in ginocchio: una involontaria e l’altra assolutamente voluta. Quella involontaria è figlia dei fatti avversi (o contrari) che ti fiaccano in ogni modo fino a non farti stare più in piedi; quella volontaria, invece, nasce dalla necessità di invocare un qualche intervento divino per chiedere un aiuto. Honda sta in ginocchio per entrambi i motivi: uno perché il bottino dopo il doppio appuntamento del Qatar è misero e stordisce – se si considera la tradizione di Honda - e due perché invoca il ritorno di Marc Marquez, l’unico a cui potrebbe riuscire il miracolo di rendere florido l’attuale deserto.
I numeri sono impietosi: il Team LCR senza neanche un punto in tasca, con Nakagami sulla sabbia al primo round di Losail e diciassettesimo nel secondo e Alex Marquez che, invece, sulla sabbia c’è finito tutte e due le volte. E’ andata un po’ meglio al team ufficiale, quello con i colori di Repsol, con Pol Espargarò e Stefan Bradl che hanno conquistato in totale 18 punti (11 lo spagnolo e 7 il tedesco). I vertici di HRC, Alberto Puig su tutti, fingono che tutto sta andando bene e rilasciano dichiarazioni in cui si ostenta sicurezza e serenità, ma il marchio più vincente della storia recente della Classe Regina non può davvero essere soddisfatto di come stanno andando le cose.
“Non torniamo a casa nella posizione migliore – ha affermato Puig - Ma Losail non è mai facile per noi, lo sappiamo e la supereremo. Ora torneremo in Europa: inizia una nuova stagione MotoGP in Portogallo. Useremo ciò che abbiamo imparato a Doha e lavoreremo per migliorare in futuro". La delusione è ben nascosta, ma c’è ed è innegabile. Anche se le indicazioni arrivate da Pol Espargarò, tutto considerato, non sono così terribili come la lettura delle classifiche potrebbe far pensare. La nuova stagione a cui Puig fa riferimento è, probabilmente, quella che inizierà con il ritorno di Marc Marquez. E’ noto che l’otto volte campione del mondo si sottoporrà ad una visita il prossimo 12 aprile e che da quella data dovrebbe avere l’ok dei medici per tornare in pista.
Potrebbe farlo a Jerez (ma solo con la moto stradale) già nel corso dei test privati che Honda ha programmato con Stefan Bradl, proprio per mettere una pezza ai problemi mostrati dalla moto in Qatar. Ma basterà qualche giro di pista sotto la supervisione di Marc Marquez a rendere competitiva una moto che, almeno dai numeri, sembra non esserlo? Il dubbio e il grande interrogativo, a questo punto, non è su se, come e quando tornerà Marc Marquez, ma su che moto troverà quando potrà finalmente risalire in sella ad una RC213V che rischia di non essere più sua.
Lo scorso anno quella moto è stata addolcita e sul finale di stagione sembrava essere tornata competitiva, seppur limitata da piloti che, per una ragione o per l’altra, non sono mai stati in grado di centrare l’obiettivo grosso. Il rischio, ora, è che, con i cambiamenti fatti, l’obiettivo grosso possa non essere più alla portata neanche di Marc Marquez, non per i suoi problemi fisici e i necessari tempi per tornare al 100%, ma per una moto che non è più la sposa perfetta del fenomeno di Cervera. Riuscirà Marc Marquez a guidare sia sopra i suoi problemi (che speriamo siano pochi, ma che non potranno non esserci dopo un anno di stop) sia sopra i problemi della Honda?
Se la risposta sarà “sì” il mondiale è ancora un obiettivo alla portata, ma se la risposta dovesse essere “no” sarebbe il naufragio totale. E, sia in un caso sia nell’altro, Honda ne uscirebbe comunque male, perché risulterebbe in ogni caso un ronzinante trasformato in purosangue grazie alle abilità del fantino o, peggio, un ronzinante che non galoppa neanche con il migliore dei fantini. Honda, insomma, ha già perso…se non il mondiale, con Marquez che tornando potrebbe rimettere a posto le cose, di sicuro la allure di miglior moto del mazzo.