La linguaccia con il faccione stampato sopra, la tartaruga, i “Blues Brothers” e il fiocco rosa. Quanti caschi colorati abbiamo visto sulla testa di Valentino Rossi. Quante volte abbiamo pensato “Già è il più forte, con il casco personalizzato come poteva non vincere”. La mente (e il braccio) che dietro a tutto questo è Aldo Drudi. Come un pittore ascolta e riproduce, propone e realizza. E come poteva mancare anche il suo saluto al Dottore: “Per me Valentino è un gigante in pista e fuori. Lo ha dimostrato in ogni momento, avrebbe ovunque fatto cose grandi perché è attento, intelligente e ha un grande senso critico. Sa bene che il mondo è duro” ha detto intervistato a Sky.
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Di tutti quelli realizzati ce n’è uno in particolare che per Drudi è il più bello: “Quello bianco con il cuore rosso al Mugello. È banalissimo ma le cose più semplici sono sempre quelle che arrivano di più, voleva ringraziare la sua gente e decidemmo di fare così. Vale di solito non molla niente e quella volta decise di lanciarlo dal podio”. Guai però a parlare di grafiche approssimative. Valentino Rossi studiava al dettaglio ogni singolo passaggio di come il suo casco sarebbe dovuto diventare.
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E anche se spesso c’era la possibilità di punzecchiare qualche avversario con delle vignette, il Dottore non ha mai voluto fare dediche speciali: “Nella serie di caschi di Vale non troverai mai un casco aggressivo. Non ha mai scelto caschi che volessero offendere o schernire l’avversario, anzi spesso ha voluto prendersi in giro. E garantisco che avremmo potuto farlo tranquillamente”. Ma quale è l’eredità più importante che lascerà Valentino? Secondo Drudi la semplicità: “È la sua qualità più bella. Ha sempre avuto un grande entusiasmo e un amore profondo per questo sport meraviglioso”.
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E nel caso ve lo foste chiesti. Sì, è pure uscito "l'ultimo" casco di Misano. Un bellissimo omaggio alla sua gente, ai suoi tifosi. Le migliaia bandiere VR46 sono state stampate sul retro e in alto, proprio come in quel Mugello, un cuore. Ma questa volta è color giallo. Un design bellissimo, come tutti quelli che abbiamo visto e che ci mancheranno. Perchè Valentino Rossi era anche questo, era farci sorridere mentre impennava sul traguardo. Era indicare il suo casco a fine gara. Era farci scommettere su quale altra malsana idea avesse trovato per quel gran premio. E tutto questo grazie anche alla mente folle di Aldo Drudi.