Le hanno provate tutte, ma il gap con Ducati, Aprilia e KTM è praticamente incolmabile: la nuova M1 piace poco a Fabio Quartararo e ancora meno a Franco Morbidelli. Il problema è sempre lo stesso: se ci si ritrova nel mucchio le gomme finiscono per soffrire, rendendo la moto inguidabile, ma, per non ritrovarsi nel mucchio, servirebbe maggiore potenza. Il classico cane che si morde la coda, insomma, con Fabio Quartararo che ha chiesto a Lin Jarvis di provare a azzerare tutto e ricominciare dall’ultima M1 che gli è piaciuta davvero: quella del 2021. Non era potentissima, non raggiungeva velocità assurde, ma almeno aveva quell’agilità che permetteva di entrare in curva più forte degli altri e di compensare, quindi, la differenza con i rivali.
“Abbiamo provato migliaia di piccole cose dall’inizio dell’anno, cambiando la moto un po’ qua e un po’ là – ha spiegato Fabio Quartararo – Alla fine abbiamo deciso di tornare alla configurazione 2021 per testarla. Fino a ora la soluzione migliore che abbiamo saputo trovare è stata quella di ripartire dalla base di due anni fa”. C’è chiara amarezza nelle parole del pilota francese, che però ha anche le sue colpe. Perché ha sempre chiesto a Yamaha di dargli maggiore potenza e, adesso che la cavalleria c’è, si ritrova a fare i conti con una moto difficile da gestire in curva. Qualcosa che il suo compagno di squadra, Franco Morbidelli, aveva invece previsto in tempi non sospetti, così come aveva fatto anche Andrea Dovizioso. “Non lo so – aveva detto proprio il Dovi nella sua stagione nel Tea Petronas – se cercare maggiore velocità sia la soluzione, forse è meglio sfruttare e amplificare quelli che sono sempre stati i punti di forza della Yamaha: l’agilità e la stabilità in curva”.
Consigli che sono rimasti inascoltati, con Fabio Quartararo che oggi si ritrova decisamente indietro in classifica e in una situazione che rischia di generare insofferenza. Da qui, quindi, la scelta di iniziare ogni fine settimana di gara con la configurazione 2021 della M1. “Con quei settaggi mi sento meglio – ha detto – E’ da lì che ripartiamo ogni volta. In questo momento è l’unica mossa che possiamo fare, ma è chiaro che non sono contento. Perché se per fare meglio devi tornare indietro vuol dire che progressi non ce ne sono stati, nessun pilota sarebbe contento di dover ritornare al passato”.
Il ritorno al passato, però, appare in questo momento necessario e, a proposito di Yamaha vincente, è di questi giorni anche la notizia che Valentino Rossi non scioglierà l’accordo con Ducati per la fornitura delle moto al Team Mooney VR46. Una notizia che, tradotta in termini pratici, conferma che Yamaha resterà per almeno un altro anno senza una squadra satellite e con le due sole moto ufficiali in pista. Non lo scenario migliore per incidere in maniera significativa sullo sviluppo. E nemmeno la situazione ideale permettere definitivamente a tacere le voci sul possibile addio della casa di Iwata alla MotoGP. A questo proposito, ieri Lin Jarvis ha provato, però, a chiarire le cose: “Non faremo come Suzuki – ha spiegato il manager inglese –Yamaha crede molto nel racing e è consapevole di quanto le corse abbiamo fatto il bene del loro settore racing. Yamaha vuole esserci e vuole tornare a vincere e è quello per cui stiamo lavorando. Non c’è alcuna mancanza di impegno da parte di Yamaha, ma servono investimenti”.