Poco prima della decisione della FIA nei confronti dei piloti russi, che ha preso la posizione più "neutrale" possibile e ha scelto di proteggere i giovani atleti permettendogli di prendere parte alle competizioni sportive internazionali ma di farlo come piloti "neutri" e quindi senza riferimenti allo stato di appartenenza, il russo Daniil Kvjat aveva pubblicato sui suoi canali social un lungo messaggio rivolto ai fans e alle federazioni sportive.
L'ex pilota di Formula 1, attualmente impegnato con il team russo G-Drive Racing nel WEC nella categoria LMP2, si è infatti esposto sui social nella giornata di ieri dopo le tante critiche personali ricevute da parte dei fans del motorsport, spiegando la sua posizione nei confronti della guerra intrapresa dal suo paese contro l'Ucraina: "Spero davvero che in Ucraina torni la pace, che tutte le parti coinvolte possano trovare una soluzione sedendosi allo stesso tavolo e dialogando con rispetto. Mi fa orrore vedere due nazioni fraterne impegnate in questo conflitto. Non voglio che azioni militari e guerre influenzino il futuro dell’umanità. Voglio che mia figlia e tutti i bambini godano di questo mondo bellissimo".
Parla della figlia Penelope, il pilota russo, avuta con l'ex compagna Kelly Piquet, attuale fidanzata del campione del mondo di Formula 1 Max Verstappen, e dell'impatto che questa guerra potrebbe avere sulla sua vita e su quella di tutti gli altri bambini in Russia, in Ucraina e in tutto il mondo. Ma facendolo Kvjat non prende le distanze dalla Russia o dalle scelte di Putin, ma semplicemente chiede che le scelte politiche rimangano fuori dagli impegni sportivi degli atleti: "Lo sport dovrebbe rimanere fuori dalla politica impedire alle squadre e agli atleti russi di partecipare alle competizioni internazionali è una soluzione ingiusta. Va contro quello che lo sport ci insegna con i suo principi: l’unità e la pace. Chi altri se non noi, persone di sport, possiamo aiutare a tenere insieme le nazioni nei tempi a venire?".
Una richiesta accolta dalla FIA che ha di fatto permesso ai piloti di correre con bandiera neutra ma che non è stata seguita dall'Inghilterra, che ha invece scelto di escludere i piloti russi dalle competizioni su suolo inglese.