Partire dopo, ma arrivare comunque davanti. Marc Marquez s’è preso anche il sabato del Mugello, vincendo la Sprint davanti al fratello Alex e a un Pecco Bagnaia che ormai sembra essersi abituato a sorridere per un odio. Eppure il sapore del colpaccio Pecco Bagnaia lo ha sentito per ben quattro giri, dopo essere riuscito a scattare davanti a tutti, approfittando di una incertezza proprio prima del semaforo verde di Marc Marquez. Lo spagnolo, infatti, s’è messo a armeggiare con il manubrio per sistemare qualcosa sulla moto e è letteralmente partito un istante dopo, girando quinto alla prima curva, ma recuperando immediatamente fino alla terza posizione. Nel frattempo, dietro di lui, Fabio Di Giannantonio s’è toccato con Brad Binder, che è caduto travolgendo Johann Zarco.

"Non so cosa è successo alla partenza – ha raccontato l’otto volte campione del mondo - ho dovuto riattivare il launch control e ho perso tante posizioni, ma abbiamo dimostrato di poter recuperare. Vincere non era l'obiettivo principale: l’obiettivo era quello di guadagnare punti, ma abbiamo regalato un bello show a tutti gli appassionati, è stato bello". Di bello, in verità, c’è stato il sorpasso a tre al quarto giro e, poi, s’è trattato per Marquez ancora una volta di controllare, gestire e fare quello che fa, ormai, sin dall’inizio di questa stagione: vincere ogni volta che non sbaglia. E lasciare che a fare gli errori siano gli altri. Il resto lo ha fatto Alex Marquez, che di sicuro non s’è messo a rischiare troppo per vendere cara la pelle al fratello maggiore.
"Io ci ho provato – ha raccontato il più piccolo dei fratelli di Cervera al parco chiuso – oggi ho avuto un po' di problemi con la gomma posteriore e ho anche dovuto tenere sotto controllo la pressione dell'anteriore. Penso sia andata bene: è stato bello lottare tutti e tre appaiati all’inizio. Per quanto mi riguarda, però, ho spinto troppo, in queste condizioni bisogna stare attenti con le gomme. Speriamo domani di riuscire a fare meglio".
E’ esattamente la stessa cosa che spera Pecco Bagnaia e, essendo in Italia, è anche ciò che spera la grande maggioranza degli appassionati arrivati al Mugello (qualche fischio alla volta di Marc Marquez purtroppo s’è sentito). “Onestamente mi sento un po' amareggiato – ha ammesso il pilota italiano della Ducati - avrei voluto lottare per la vittoria e stare un po' di più davanti per questo pubblico. Purtroppo non riesco a fare quello che vorrei in questa stagione con la moto: è quello che è. Continuerò a lavorare per domani e studierò i dati".
Tutto qua? Eh sì, il podio è stato più o meno quello di sempre. Lo spettacolo, semmai, è stato ancora una volta dietro: prima nel duello pazzesco tra i compagni di squadra Fabio Di Giannantonio e Franco Morbidelli, poi nella mega rimonta del solito Marco Bezzecchi, che è riuscito ancora una volta a portare la sua Aprilia (senza un’ala) a ridosso dei primi, chiudendo sesto. Davanti a lui proprio Fabio Di Giannantonio, con l’altra Desmosedici GP25 (quinto e col giro veloce proprio sul finale) e, ancora più avanti, un Maverick Vinales che riesce a far volare la KTM RC16 anche sul difficile tracciato italiano. Lo spagnolo si conferma sempre più pilota di riferimento per la squadra austriaca, sotto gli occhi di un Pedro Acosta caduto e finito fuori dai giochi.
Solo una KTM, quindi, in mezzo a una nuvola di italiane, con Franco Morbidelli, settimo, seguito dall’Aprilia di Raul Fernandez e dall’altra Ducati di Fermin Aldeguer. Solo decimo, ma eroico, invece, Fabio Quartararo, che se l’è giocata a ridosso dei primi tre fino a quando la sua Yamaha M1 non lo ha messo davanti ai soliti problemi. Per il francese, che ha stretto i denti dopo la brutta botta alla spalla di ieri, è l’ennesima delusione. Ma c’è a chi è andata peggio. Nei primi dieci, infatti, non s’è vista neanche una Honda: Johann Zarco, come detto, è finito a terra, mentre Joan Mir ha chiuso quattordicesimo, con Takaaki Nakagami quindicesimo e Somkiat Chantra ultimo (e sempre più in difficoltà).
Per quanto riguarda, infine, gli altri italiani non citati, Enea Bastianini ha salvato il sabato chiudendo undicesimo e dimostrando di riuscire a performare solo quando la gomma della sua KTM perde grip, mentre Lorenzo Savadori, con l’Aprilia sperimentale, ha chiuso diciassettesimo davanti a Alex Rins e al pilota thailandese della Honda.
