Continua la guerra legale iniziata da Felipe Massa contro la Formula 1 dopo le sconcertanti dichiarazioni rilasciate da Bernie Ecclestone che, a quindici anni dal crashgate di Singapore 2008, ha ammesso di essere sempre stato a conoscenza dei fatti così come lo era anche il presidente della FIA Max Mosley ma entrambi preferirono mantenere il silenzio per non compromettere "l'immagine della Formula 1". Se Singapore 2008 fosse stata annullata il titolo mondiale della massima serie di quell'anno sarebbe andato proprio a Massa, e non a Lewis Hamilton, cambiando il destino dei due piloti e delle due squadre coinvolte. Da mesi Massa chiede giustizia per quel titolo, anche a quindici anni di distanza, e per farlo ha iniziato un braccio di ferro legale contro FIA e FOM, che ai tempi rispondevano alla presidenza di Mosley ed Ecclestone.
Richieste che hanno allontanato il brasiliano dal circus, dove oggi non è più ben accetto. A spiegarlo è stato lo stesso Massa che, intervistato da Autosport, ha raccontato la sua assenza a Interlagos questo weekend: "L’unica cosa che so è che la Formula 1 mi ha chiesto di non andare a Monza dovevo anche andare a Suzuka come ambasciatore, e non ci sono andato. Per quanto riguarda il Brasile non è stato discusso nulla, non abbiamo avuto alcun contatto da quel momento prima di Monza ad oggi, quindi non credo che andrò a Interlagos, andrei alle gare solo come ambasciatore. Rispetto al 100% la situazione legale che si sta verificando in questo momento, forse al punto di non andare a causa di tutto quello che sta accadendo. In ogni caso non c’è stato nessun invito e nessuna conversazione sul mio ruolo di ambasciatore, quindi non credo di dover partecipare".
Ma l'assenza di Massa non impedisce al circus di parlare di lui a Interlagos nel corso del weekend di gara della F1 e in conferenza stampa, nel giovedì dedicato alle interviste, è stato chiesto ai cinque piloti presenti un'opinione su quanto sta succedendo tra il brasiliano e la Formula 1. Nessuno dei presenti (Charles Leclerc, Carlos Sainz, Valtteri Bottas, Logan Sargeant e Lewis Hamilton) ha voluto dire la sua sull'argomento e hanno tutti preferito restare in silenzio.