Si dice che il tempo sia galantuomo e che le cose, prima o poi, vengano tutte a galla. E chissà se in questo momento, a casa davanti al televisore, Michael Masi non stia ridendo, almeno un po', guardando il disastro organizzativo andato in scena a Monza nel corso degli ultimi giri del Gran Premio d'Italia 2022.
Chissà se aspettava solo il momento, perché il momento sarebbe arrivato, per prendersi la sua rivincita dopo il trattamento subito da FIA e Formula 1 lo scorso anno. Non è stato uno spettatore senza colpe, certo. Le sue scelte nel corso della stagione di Formula 1 2021 sono state spesso criticabili, fallose, memorabili nella storia di questo sport perché almeno in parte responsabili della vittoria di Max Verstappen ad Abu Dhabi e della sconfitta di Lewis Hamilton, in lizza per portare a casa l'ottavo titolo mondiale.
Dalla farsa di Spa, gara "disputata" in soli tre giri sotto regime di safety car sotto la pioggia battente dopo ore di stop e rinvii, al criticatissimo finale di stagione, Michael Masi è diventato l'uomo contro cui puntare, il responsabile - almeno mediaticamente di tutti gli errori della Federazione e l'uomo da eliminare per ristabilire l'ordine in Formula 1.
Così è stato fatto: Masi è stato cacciato, due nuovi direttori di gara sono stati assunti e la Federazione si è impegnata per portare delle modifiche strutturali in direzione di gara così da avere un nuovo team in grado di prevedere ogni situazione, gestire ogni incidente o penalità e soprattutto scongiurare le brutte figure collezionate del 2021.
Ha funzionato? No, non ha funzionato. Il problema strutturale riscontrato nella Federazione non si è risolto con l'eliminazione della testa in cima alla piramide e le incongruenze continuano anche nel corso del 2022 e il Gran Premio di Monza ne è purtroppo solo l'ultimo esempio. Safety car causata dal ritiro di Daniel Ricciardo entrata con enorme ritardo quasi come stessero aspettando il passaggio di Max Verstappen e Charles Leclerc, così da mettere i due duellanti per la vittoria ad armi pari. Ma da quando la direzione gara è chiamata a guardare le posizioni dei singoli prima della sicurezza? E poi discussioni infinite sulla posizione della safety, sul mancato sdoppiaggio delle monoposto, sulla pericolosità dell'avere una gru in pista, sul perché non sia stata esposta bandiera rossa e sul tristissimo finale in regime di bandiera gialla, con Max Verstappen scortato verso il suo primo successo a Monza alle spalle della safety.
Discussioni, accuse, attacchi e un unico grande problema: la FIA, nonostante dell'assenza di Michael Masi. Prendersela con i nuovi direttori di gara è inutile perché, lo abbiamo visto, il problema persiste nonostante il cambio di volto al vertice della catena. Serve un cambio strutturale che metta in discussioni le basi della direzione di gara, prendendo in considerazione - prima di ogni altra cosa - l'opinione dei piloti schierati sulla griglia di partenza, gli unici davvero in grado di poter dare un giudizio su sicurezza, spettacolo e correttezza.
Alla faccia di chi pensava che tutto sarebbe andato a posto eliminando una singola persona.