Dall'inizio della MotoGP 2025 nessuno è riuscito a mettere le ruote davanti a Marc Marquez, nemmeno per mezza curva. Due Sprint Race, una gara lunga, cinquantun giri complessivi con piste (Buriram e Termas de Rio Hondo) sempre libere davanti a sé, dopo essere partito dalla pole. Oggi in Argentina si è addirittura schierato sulla casella di partenza numero uno con la ruota anteriore della Ducati puntata verso l'interno di curva uno: l'ha fatto per mettersi sin da subito sulla traiettoria pulita, per proteggere l'interno della prima destra, per inviare a tutti una dichiarazione d'intenti. "Io sono primo e primo voglio restare per sempre", sembrava voler comunicare la Desmosedici 93 con quella posa lì, che Marc ha trasformato in azione progressiva non appena i semafori si sono spenti. Come era accaduto in Thailandia, l'unico in grado di mettergli un po' di pepe sulla coda è stato il fratello Alex, capace di mantenere un impressionante ritmo sul piede dell'1'37"alto nei primi sette passaggi, ritmo sporcato da un 38"basso all'ottavo, di cui Marc si è prontamente servito per portare il suo vantaggio a sette decimi e chiudere la Sprint sudamericana con un secondo tondo di margine.
"Mentre guidavo pensavo 'giro più forte che posso e poi se mi attacca vuole dire che Alex va tanto più forte di me' "- ha spiegato Marc a caldo ai microfoni di Sky. "Ho provato a conservare un po' la gomma per poi spingere a quattro giri dal termine, e quando ho visto Alex a sette decimi mi sono rimesso a gestire un po'. Se all'inizio stavo amministrando mio fratello? No, amministri quando prendi un secondo di vantaggio, ma quando quello dietro è a tre o quattro decimi non puoi controllare più di tanto. Io vedevo i miei tempi sul dashboard, vedevo che nonostante facessi ottimi giri mio fratello restava agganciato e pensavo 'non vado più forte altrimenti finiamo per fare una scivolatina'. Ho tenuto il mio ritmo, cercando di gestire le gomme fin quando ho provato a rifare 1'37"7, in quel momento non so se Alex ha sbagliato qualche curva, ma io sono riuscito a prendere i metri che mi servivano per vincere. Se mi immaginavo un inizio di Mondiale così? No, volevo un inizio buono, volevo essere tra i primi in ogni gara, ma da subito mi sono trovato bene. Qui stiamo facendo un po' più fatica rispetto alla Thailandia con il feeling, domani penso potremo fare uno steppettino nel warm-up. Ma siamo solo alla seconda gara, manca tantissimo".

Quando Marc confessa di voler fare uno steppettino ulteriore nel warm-up della domenica mattina, il sorriso ironico dell'appassionato che guarda da casa si mescola inevitabilmente che una ruga di pura preoccupazione sportiva. Se questo Marquez, che già domina, ammette di avere una soluzione tecnica in serbo per andare ancora più forte, vuol dire che per tutti gli altri le speranze sono poche e che il rischio di continuare a vedere gare in cui il 93 gioca al gatto col topo con gli inseguitori è alto. Ciò che più impressiona di queste prime giornate di MotoGP 2025 è la totale assenza di sbavature da parte dell'otto volte campione del mondo: neanche un lungo, nemmeno un'imbarcata, neppure un salvataggio dei suoi, mai un'incertezza che sia una nelle prime libere del venerdì. Va via liscio Marc, come se gareggiasse su un binario vellutato, come se avesse un margine spropositato di risorse da cui attingere quando le cose si complicheranno un po'. Intanto ha siglato due pole consecutive, cosa che non gli accadeva dal 2019. Ha vinto le prime tre gare della stagione, cosa che non si è mai verificata in MotoGP da quando esistono le Sprint Race. Intanto è primo nel Mondiale con undici punti di vantaggio su Alex e diciannove su Pecco Bagnaia, ancora prima di sbarcare ad Austin, uno dei suoi feudi. Domani a Termas de Rio Hondo si disputerà una gara lunga che solo Alex Marquez sembra poter strappare dalle grinfie del fratello. Allora Marc non aspetta tempo per graffiare: "Sono contento di aver lottato un'altra volta con mio fratello, cosa che mi piace. Sta andando molto forte quest'anno e vincerà più di una gara, perché guida molto bene". Solo la storia ci dirà se si tratta di una sottile e beffarda gufata. Nel frattempo Marc si gode quel pubblico argentino che fino a qualche anno fa lo fischiava e che adesso si accalca per testimoniare al suo trionfo. I campioni se ne inventano sempre una nuova.