Sono state soprattutto due le particolarità del venerdì di Assen 2024 della MotoGP: il sole ha costantemente illuminato i verdi prati delle vie di fuga olandesi e Pecco Bagnaia ha dominato la scena, dal semaforo verde del turno mattutino sino alla bandiera a scacchi delle Prequalifiche. È vero, dopo Jerez il campione del mondo in carica ha provato gradualmente a strappare le pagine di quel copione che prevedeva che lui al venerdì dovesse sempre remare tra dubbi e difficoltà. Eppure una giornata di prove così immacolata e convincente, da parte del numero 1, non trova riscontro nella memoria recente. Pecco ha strappato il primo tempo al mattino portando a fine vita una gomma media al posteriore, che ha rimontato nuova all'inizio della sessione pomeridiana, quando Bagnaia non ha disdegnato di limare qualche ulteriore decimino sul passo gara (sempre sul piede dell'1'32"basso, Pecco). Ritenendosi soddisfatto, nell'ultimo quarto d'ora si è concesso la libidine del time attack, capitalizzato con poca benzina nel serbatoio della Ducati, con una soft al retrotreno, con il provvisorio (domani verrà abbattuto?) record della pista di Assen: 1'31"340.
A 65 millesimi c'è Maverick Vinales, l'unico capace di avvicinarsi al livello di Bagnaia, non solo in configurazione qualifica ma anche sul ritmo, dove la forbice del distacco si apre e l'unità di misura diventano i decimi. Top Gun contava molto sul flow di Assen per tornare a far splendere l'Aprilia, che infatti si è presentata pimpante in Olanda anche con Aleix Espargaró, quarto ad un decimo e mezzo dalla Ducati numero 1. Senza un gran volo nelle esse conclusiva della pista a tempo quasi scaduto, avremmo probabilmente trovato il pilota di Granollers ancora più in alto nella tabella dei tempi. Marc Marquez - sesto - è tra i più promettenti sul passo gara, ma non guida la prima Desmosedici GP23 nella classifica finale del venerdì di Assen, che ha gli stessi colori azzurro Gresini e appartiene al fratello Alex, ottimo terzo. Deludono invece le Ducati del Team VR46, con Marco Bezzecchi e Fabio Di Giannantonio rispettivamente dodicesimo e tredicesimo, col primo dei due piloti di Valentino Rossi che ha ripetutamente evidenziato problemi nel cambio di direzione ad altissima velocità dell'ultimo settore: quello che, per intenderci, immette sul curvone a sinistra e sulla famosa variante finale del tracciato.
Restando sempre in casa Borgo Panigale, va giudicata senza infamia e senza lode la giornata di Jorge Martín ed Enea Bastianini (protagonista di un salvataggio da urlo, in derapata romantica, all'uscita di curva 13) - quinto e ottavo - sempre nel giro di quelli forti ma mai con il guizzo di chi si prepara a graffiare. Mezzo voto in più lo merita Franco Morbidelli, costantemente fuori dalla top ten in entrambi i turni fino a quando - ad un minuto dalla bandiera a scacchi - ha piazzato una zampata degna di nota, che ha spostato in undicesima posizione un Fabio Quartararo comunque in crescita con la Yamaha. L'ottimo stato di forma dell'Aprilia è supportato dalla prestazione di Raul Fernandez, nono, mentre l'unica KTM tra i primi dieci è quella di Brad Binder, settimo. Quindicesimo Pedro Acosta, che ha forse - e anche inaspettatamente (il rookie maravilla aveva detto di preferire le piste veloci e scorrevoli) - trovato nell'università delle moto olandese il primo vero ostacolo della sua giovanissima esperienza in top class. Pedro precede il compagno di squadra Augusto Fernandez, il gruppo compatto delle Honda e il compagno di marca Jack Miller, protagonista dell'episodio di giornata: l'australiano nei minuti finali delle Prequalifiche chiude il gas e, mentre si volta per controllare che dietro non sopraggiunga nessuno, sfiora letteralmente la sagoma di Jorge Martín, in piena traiettoria nella fase di rallentamento. Tra i due volano solamente un'aletta, un paio di "vaffa" (più sonoro dev'essere stato quello rimasto incapsulato nel casco di Miller) e un sospiro di sollievo per quello che, qualche centrimetro più in là, sarebbe stato un disastro assurdo. A domani.