È vero, le moto in pista non si vedevano da quasi un mese. Eppure nel venerdì di Assen si è parlato quasi più del mercato, con la notizia del giorno esplosa attorno alle 17:00, quando nel paddock ha cominciato a girare una email con su scritto questo: Prima Pramac Racing is thrilled to join Yamaha as a second Factory Team from the 2025 MotoGP™ season.
È vero quindi, Paolo Campinoti ha lasciato Ducati dopo quasi vent’anni. C’è l’amarezza per un rapporto che è andato a deteriorarsi negli anni, un’esclusività nei rapporti con Borgo Panigale sempre meno determinante rispetto agli altri team satellite e, dall’altro lato, una casa che a Pramac ha steso davanti tappeti rossi. Perché il comunicato, più che di un addio a Ducati, parla del nuovo capitolo che comincerà il prossimo anno: “Mi sento un po’ come in un ristorante cinese, quello sweet and tour”, dice Campinoti intervistato da Sandro Donato Grosso per Talent Time. “Andiamo con una casa molto importante, che ha vinto 18 campionati del mondo. È una cosa molto positiva, anche se sono molto triste perché si interrompe una storia professionale e d’amore con la Ducati. Mi viene da gioire, anche se sono molto dispiaciuto perché lascio tanti ricordi, tante cose che non puoi cancellare con un comunicato stampa”.
Poi parla della rottura, spiegando che in buona parte è da imputare al cambio di approccio di Ducati: “Siamo arrivato a questa situazione per una serie di circostanze. Il team è molto cresciuto in questi anni, abbiamo ricevuto molte avance e mai le abbiamo considerate, siamo sempre stati fedeli al progetto. Purtroppo con queste ultime scelte che Ducati ha fatto mi sembra di percepire che abbiano cambiato priorità, sposando un altro progetto, prendendo il Cristiano Ronaldo ma rinunciando alla squadra. Il nostro progetto era far crescere i giovani e far vivere loro un percorso, cosa che abbiamo fatto con Bagnaia, con Iannone, con Miller. Questa cosa ci ha lasciato un po’ spiazzati, onestamente abbiamo ascoltato con più convinzione queste sirene in quanto il progetto di adesso della Ducati è diverso”.
Campinoti parla bene, sceglie con cura le parole e quando può dire le cose come stanno non si tira indietro. Ha, di colpo, risposto al fuoco nei confronti di una multinazionale, mettendola in difficoltà con un clamoroso passaggio alla concorrenza. E lui lo spiega così: “È mancata la prospettiva, lavori per arrivare a un obiettivo. La scelta di non prendere Martin che è in testa al mondiale e ha vinto diverse gare è sicuramente una scelta che non condividiamo. E Marquez è il Cristiano Ronaldo, ma questo porta a delle conseguenze. Quando siamo arrivati nessuno voleva stare con Ducati, io sinceramente ho un legame con Gigi Dall’Igna che è personale, di grossa amicizia. E questo mi ha tenuto in dubbio fino alla fine se accettare o meno questa cosa. Io non riesco mai a dividere l’aspetto personale da quello sentimentale. Poi oggettivamente al netto dell’affetto smisurato non c’erano più i presupposti”.
Ora a Campinoti non resta che scegliere con chi lavorare. La sensazione è che, con l'arrivo di un nuovo motore V4, il suo innesto e le tante persone che si sono aggiunte al progetto, Yamaha tornerà pericolosa in fretta. Magari già da fine stagione.