Ha vinto quindici titoli mondiali e è la leggenda delle leggende, però risponde al telefono al quarto squillo. Comunque sempre. Giacomo Agostini l’ha fatto anche questa volta, quando gli abbiamo chiesto un commento sulla notizia del giorno: Pramac che proseguirà la sua avventura in MotoGP con Yamaha dopo il clamoroso divorzio da Ducati. Una notizia, questa, che però non è ancora stata ufficializzata, anche se ormai è data per certa, con il 15 volte campione del mondo che paradossalmente fa la prima domanda: “ma siete sicuri che è ufficiale?”
Non vuoi crederci?
No, non è che non voglio crederci, anche perchè è da un po' che si dice, ma non mi piace parlare di cose che non sono ufficiali, quindi semmai restiamo sull’ipotesi e rispondo a tutto senza problemi.
Ok, restiamo sull’ipotesi e usiamo il condizionale, anche se ormai manca solo l’ufficialità: chi ci rimetterebbe di più tra Ducati e Pramac?
E’ come nei divorzi: si soffre in due. E ci si rimette in due. Anzi, se mi permetti la battuta, a volte a godere è il terzo.
Il terzo in questo caso è Yamaha?
No no, non è quello che voglio dire. Il terzo siamo tutti noi, ossia gli appassionati di corse in moto, perché sarà bello vedere più bagarre e maggiore equilibrio. Le corse devono essere competizione anche tra marchi, non solo tra piloti e negli ultimi anni abbiamo visto giocarsela quasi sempre piloti con la stessa moto. Credo che ora questo cambierà, non solo per Pramac, ma anche per tutti gli altri movimenti di mercato che ci sono stati. Vista da fuori è una gran bella cosa. Ricordo che dopo il mio inizio in MV, ormai tanti anni fa, Mike Hailwood andò dal conte Agusta dicendo che se ne sarebbe andato perché non era nello spirito delle corse che due grandi campioni avessero la stessa moto. Aveva ragione e credo sia ancora così: quindi vedremo maggiore competizione.
Però non ci hai detto tra Ducati e Pramac chi ci rimette di più e chi ci guadagna di più…
Non l’ho detto perché sono valutazioni difficili da fare. Conosco molto bene Paolo Campinoti e credo che, sempre ammesso che l’ufficialità arrivi davvero, possa essere stato un passo fatto con grande sofferenza. Anche per Ducati sarà sicuramente lo stesso, perché comunque Pramac è stato il team di riferimento per due decenni. Però, ripeto, divorziano le persone, figuriamoci se non possono farlo i marchi e le squadre delle corse in moto. Paolo perde sicuramente una moto immediatamente competitiva, ma anche Ducati perde tanto. Sarà tutto un po’ da riscrivere.
Per Campinoti sembra anche una grande scommessa, vista l’attuale situazione della Yamaha. Tu l’avresti fatta?
Yamaha è un altro dei marchi che porto nel cuore. Ma, al netto dei sentimentalismi, stiamo parlando di un colosso mondiale che può mettere in campo risorse illimitate. Pramac non lascia Ducati per salire sulle moto di un artigiano di periferia che costruisce prototipi in cantina senza risorse, ma con Yamaha. E se Yamaha ha voluto così tanto una squadra satellite è perché ha intenzione di restare nelle corse e smentire con i fatti quelli che sostengono che potrebbe seguire le orme di Suzuki e abbandonare la MotoGP. Vogliono esserci: si sono assicurati Quartararo con un notevole sforzo economico, hanno preso tecnici da Ducati e coinvolto progettisti europei nello sviluppo e, adesso, hanno puntellato il tutto anche con una squadra satellite che da anni se la gioca con i team factory. Insomma dai, credo che Campinoti abbia avuto garanzie più che buone non solo per quanto riguarda la sostanza, ma pure il futuro.
Ti riferisci all’ipotesi che Yamaha possa far debuttare già dalla prossima stagione un motore V4?
E’ una voce che si sente in giro e non la trovo assurda. Nel 2027 cambierà tutto, la cilindrata sarà più bassa e questa maledetta aerodinamica verrà ridimensionata, quindi qualcuno potrebbe anche osare e cominciare a maturare esperienza cominciando a cambiare quello che si può cambiare da prima. Che Yamaha nel 2027 ci sarà con un V4 invece che con il tradizionale 4 in linea sembra dato per scontato, quindi magari potrebbe farlo già da subito. Ma sono cose che lasciano il tempo che trovano e che secondo me appassionano solo un pubblico specifico, mentre la parte interessante sta nella bagarre, nelle sfide tra piloti e adesso anche tra marchi. Il resto lo vedremo.
A proposito di argomenti che scaldano: Ducati, scegliendo di puntare su Marc Marquez, ha di fatto perso Jorge Martin, Enea Bastianini, Marco Bezzecchi e ora pure Pramac. Non cominciano a essere troppe contropartite per un solo arrivo?
A vincere è sempre uno solo. E credo che Marc Marquez non si possa discutere. E’ stata una scelta e come tutte le scelte ha avuto le sue conseguenze, non ho molto altro da dire se non che sarà la pista, come sempre, a dire se Ducati avrà avuto ragione o no. Gli scenari cambiano continuamente nella vita come nello sport, quindi non ha tanto senso adesso mettere sulla bilancia Marquez da una parte e tutto quello che non c’è più dall’altra.
Quindi difendi la scelta?
Difendo quella scelta come avrei difeso qualsiasi altra scelta. Una strada va presa e Ducati ha preso quella di Marc Marquez, che non mi sembra proprio una strada su cui c’è troppo da discutere.
Neanche sul piano della tranquillità di Pecco Bagnaia?
I piloti vivono di sfida e competizione. Un pilota non è tranquillo quando non è nelle condizioni di competere, non certo il contrario, come sento dire in giro da chi il pilota non l’ha fatto mai. I campioni vanno gestiti e non penso che in Ducati abbiano paura di farlo. Anzi.
La scelta di Pramac, visto che si parla di campioni, riapre anche tutti i giri di mercato, chi consiglierebbe Giacomo Agostini a Paolo Campinoti per la sella delle sue Yamaha-Pramac nel 2025?
Sicuramente un italiano ci vuole. Quindi così di botto ti direi Fabio Di Giannantonio. E’ bravo, è giovane e sta sempre lì. Sembra anche uno molto metodico nel lavoro e potrebbe avere il profilo che serve per una stagione che comunque sarà di cambiamento e di misure da prendere. Inoltre ha guidato Ducati negli ultimi anni e potrebbe aiutare Yamaha a carpire qualche segreto a Borgo Panigale. Non mi dispiace affatto neanche Franco Morbidelli e lo terrei, perché comunque ha esperienza, conosce già l’ambiente Yamaha e potrebbe dire la sua, visto che ultimamente è in crescita e sta facendo vedere buone cose. Penso, però, che Diggia e Morbidelli insieme non sarà possibile.
Quale altro nome faresti allora?
Qualcuno che ha già vinto in MotoGP e che ha esperienza. Ora su due piedi non mi ricordo nemmeno tutti quelli che sono in scadenza di contratto, potrei dirti ad esempio Joan Mir che è stato un campione del mondo, ma più in generale quello che voglio dire è che in un anno di passaggio dopo tante stagioni con una moto potrebbe essere importante avere nel box un pilota temprato un po’ a tutto e che ha conosciuto quel venticello meraviglioso che tira quando sei sul gradino più alto del podio.
Si parla anche di Toprak Razgatlioglu o Andrea Iannone…
Sono un po’ una scommessa e qualche dubbio ce l’ho. Toprak ha fatto grandi cose in Superbike e le sta facendo ancora, ma la SBK e la MotoGP sono due mondi diversi, quindi senza nulla togliere a quel ragazzo mi viene da metterci sopra tanti punti interrogativi. Di sicuro è un nome che da un punto di vista mediatico potrebbe contribuire a aumentare la visibilità. Anche quello di Andrea Iannone è un nome che funzionerebbe da questo punto di vista e che forse offrirebbe anche qualche garanzia in più dall’altro, visto che Andrea ha già corso in MotoGP e conosce perfettamente il gap che c’è tra i prototipi e le derivate di serie. Però anche Andrea comincia a avere una età e è stato per quattro lunghissimi anni giù dalle moto, quindi non so se riuscirebbe a essere veloce da subito.
Uscendo dal triangolo Pramac, Ducati, Yamaha, che 2025 immagina Giacomo Agostini?
L’ho già detto, penso che il prossimo futuro ci permetterà di vedere maggiore competizione anche tra i costruttori. Aprilia si è rafforzata notevolmente con due piloti di primissimo livello, KTM ha fatto la stessa cosa e Yamaha sta dimostrando che non intende restare indietro, quindi ci divertiremo sicuramente di più di quanto ci divertiamo adesso. Mi piacerebbe che anche Honda riuscisse a risolvere in fretta i suoi problemi, così da avere un vero e proprio tutti contro tutti, sempre nel massimo rispetto dei valori dello sport. Secondo me anche i piloti si divertiranno di più con più competizione. Poi dal 2027 arriveranno le nuove moto e con meno aerodinamica e a quel punto forse rivedremo in maniera sostanziosa anche i corpo a corpo e il talento dei singoli.