Il goal di Mattia Zaccagni ci ha fatto sognare e ora andiamo a lottare contro la Svizzera per degli ottavi che non sappiamo bene come inquadrare. Tra chi sostiene che gli avversari ci annienteranno e chi, invece, forse per spirito nazionalistico, ci crede eccome. In queste ore è diventata virale l’esultanza del radiocronista di Rtl Paolo Pacchioni, che ha festeggiato gridando verso i tifosi croati. Abbiamo chiesto proprio a lui il perché di quel gesto arrivato al 98°, dopo che i tifosi croati per tutta la partita hanno tirato qualsiasi cosa in campo contro i calciatori azzurri. Ma abbiamo parlato anche di come vede la nazionale di Luciano Spalletti in vista della prossima gara. Essendoci scaldati noi di MOW sul tema delle telecronache, abbiamo chiesto anche a lui chi sceglierebbe tra la coppia Fabio Caressa e Beppe Bergomi e quella formata da Alberto Rimedio Antonio Di Gennaro. Gli ultimi due non sarebbe meglio sostituirli con Riccardo Trevisani e Lele Adani? E in campo chi scegliere come attaccante? Zaccagni, Mateo Retegui, Gianluca Scamacca, Giacomo Raspadori, Federico Chiesa o l’inserimento a sorpresa di Stephan El Shaarawy? E a centrocampo Nicolò Barella o Davide Frattesi? Poi si è espresso sulla Copa America 2024, su Lautaro Martinez e l’Inter, anche per quanto riguarda il “blocco nerazzurro” che abbiamo in nazionale.
Lei è virale sui social per la sua esultanza al gol di Zaccagni: ha esultato in faccia ai tifosi croati e questo ha generato polemica, ma anche apprezzamento. Tornando indietro lo rifarebbe?
Forse no, perché l'ho fatto più come una goliardata. C'è da spiegare una premessa. Noi, come tribuna stampa e come postazioni di commento del radio e televisione, eravamo nel primo anello. Al secondo anello c'erano i tifosi croati che lungo tutta la partita hanno tirato bottigliette, noccioline, ogni tanto qualche birra. Si vedeva anche durante la partita che quando un calciatore andava a battere un calcio d'angolo arrivavano le bottigliette. Ecco, la stessa cosa accadeva sulle nostre postazioni.
E da lì l’esultanza.
Quando ha segnato la Croazia io, il collega della radio francese che era di fianco a me e altri siamo stati letteralmente inondati da un bagno di birra. Quindi, al di là del fatto che avevo la testa bagnata di birra, ero anche preoccupato per l'attrezzatura tecnica. Avevo computer, codec, mixer. Il gol dell'Italia poi è arrivato al 98° minuto e in un contesto emotivamente molto coinvolgente. Mi è venuto istintivo.
Quanto il politicamente corretto sta entrando a gamba tesa nel concetto di sportività?
Adesso siamo un po’ tutti assediati dal politicamente corretto e l'eccesso di politicamente corretto a volte può essere stucchevole. Detto questo, resto dell'idea che un bravo cronista sia capace di andare al di là, non rispondere alle provocazioni e rimanere freddo. Se fosse stata una partita normale sarebbe accaduto così. Ma con il gol dell'Italia il 98° che ci ha fatto esultare, ci ha fatto tirare un grande sospiro di sollievo, c'è stata questa reazione. L'altra cosa che mi ha fatto specie è che uno fa radiocronaca per 25 anni di mondiali europei, Champions League, Giri d'Italia, Coppa del mondo di sci, Internazionale di tennis e poi alla fine diventi virale per uno sbrocco di cinque secondi contro i tifosi croati. Ma temo che sia in specchio dei tempi.
Ma quanti suoi colleghi esultano in modo plateale ma non vengono ripresi?
Tanti, sicuramente. Ma a me il cronista tifoso non piace, sono ancora per il giornalismo sopra le parti e se vado a fare Juventus-Milan non voglio essere etichettato né con l'una né con l'altra squadra. Se fai il giornalista tifoso della Juve, del Milan, dell'Inter, della Roma magari strizzi l'occhio ai tifosi di quella squadra, però non fornisci garanzia di servizio sopra le parti. Ma questo discorso si può accantonare con la nazionale: laddove per tutto il campionato noi cerchiamo di essere seri ed equidistanti, con la nazionale ci concediamo un pochino di faziosità in più. Poi è un po' il nostro stile su Rtl: quello di voler fare una cosa che sia professionale, però se c'è da fare una battuta, un po' di tifo in più, magari anche una critica in modo molto chiaro e poco diplomatico cerchiamo di farla. Credo che questo agli ascoltatori piaccia.
A proposito di telecronache, su MOW abbiamo scritto di quanto sia noiosa la telecronaca Rai e abbiamo lanciato un appello: riformare la coppia Trevisani e Adani per la nazionale.
Innanzitutto, vi dico una cosa: molto spesso mi sottolineano che noi della radio, e parlo anche dell'amico e collega Francesco Repice, siamo più tambureggianti, mettiamo più ritmo, più entusiasmo, e che dovrebbero mettere noi in televisione. Ma deve essere chiaro che telecronaca e radiocronaca sono due cose diverse. Il radiocronista è da solo e deve far vedere la partita a chi non la vede; quindi, deve dare molti elementi perché chi ascolta si possa immaginare al meglio quello che sta accadendo e ci può anche mettere più enfasi per coinvolgere un pochino di più. Il telecronista, invece, deve accompagnare le immagini e deve farlo in modo secondo me un pochino più discreto. Poi a livello di intensità, urla, ritmo, ognuno ha il suo stile. L'importante è essere preparati, e conoscere l'arte della telecronaca che è un mix di parole, silenzi, pause, cambi di tono, entusiasmo, calma. C’è a chi piace uno stile un più compassato, che può essere quello della Rai, c'è a chi piace uno stile un pochino più garibaldino.
Più garibaldino come quello della coppia Trevisani e Adani.
Sì, mi piace la coppia Trevisani e Adani. Ma, pur essendo uno stile diverso, mi piace anche quella formata da Alberto Rimedio Antonio Di Gennaro, come mi piaceva tremendamente Sandro Piccinini. Sono bravissimi anche i colleghi di Sky.
Se non dovesse commentarle la nazionale dove la vedrebbe? Sky o Rai?
Dipende da chi fa la telecronaca. Ma ti direi Caressa e Bergomi, perché si compensano molto bene. Da un lato c'è Fabio Caressa, che ha una personalità molto accentuata, tende molto a fare il protagonista. Beppe Bergomi invece è uno che dice poche cose, le dice sempre centrate, però sa stare un passo indietro rispetto a Caressa. Loro si sposano bene e quindi viene bene il mix. Però conosco personalmente e sono amico sia di Rimedio che di Di Gennaro, e se penso a telecronache fatte male, e le sto sentendo in questi campionati europei, non penso a Rimedio-Di Gennaro.
E allora chi è che le fa male?
Qualcun altro. Eh no, il nome me lo devi fare. Un nome, non mi fare il politicamente corretto. Rimedio e Bizzotto sono bravi, quelli dietro, sempre della Rai un po' meno. Ce ne sono solo altri due, non serve che faccia i nomi (Di Gennaro e De Capitani nda). In Rai sono quattro telecronisti impegnati all'europeo e quelli che mi piacciono, appunto, sono Rimedio e Bizzotto, che hanno delle grandi qualità, al di là del fatto che poi magari uno possa apprezzare uno stile più frizzante, però loro sono molto preparati.
Il gol di Zaccagni ha ricordato quello di Alex Del Piero contro la Germania. Quanto manca alla nazionale un bomber come Alex?
Tanto, perché da tanto tempo l'Italia ha questo storico problema di trovare un attaccante che sia veramente implacabile, che segni con regolarità. È da tempo che lo cerchiamo e che non lo troviamo. Adesso c'è il ballottaggio tra Scamacca e Retegui, che però è un ballottaggio in tono minore. È vero che Scamacca ha fatto un girone di ritorno molto positivo con l'Atalanta, ma è anche vero che l'Atalanta ha un modo di giocare che gli fornisce tanti palloni e tante occasioni per timbrare. Se con la nazionale gli arrivano due palloni a partita fa fatica. Retegui mi piace perché è uno che si danna l'anima, mette in campo il 110%, però non è un centravanti di primo livello, non ha mai giocato in un top club, o delle competizioni europee e si vede.
Se deve scegliere la coppia d'attacco e ha Zaccagni, Retegui, Scamacca, Raspadori, Chiesa, chi schiera? E inserirebbe El Shaarawy?
Immaginando la partita con la Svizzera non rinuncerei a Chiesa, perché al di là del fatto che sia un po' appannato, ha talento e lo abbiamo visto all'europeo di tre anni fa. Non rinuncerei a Scamacca perché ci sono chili e centimetri che servono. Il terzo può essere appunto o Zaccagni, uomo a sorpresa, oppure El Shaarawy che da un punto di vista tattico può anche fornire un bel equilibrio. Quella probabilmente potrebbe essere una buona soluzione.
Potrebbe essere El Shaarawy l'inserimento al 70° di Spalletti?
Sì, assolutamente. Oppure potrebbe anche partita titolare e Zaccagni entrare a partita in corso e risolvere.
Anche perché vedendo il rendimento della Svizzera in queste ultime partite, cala verso la fine.
Esatto. La Svizzera, che è una squadra quadrata, ben organizzata, cala nell'ultima fase, tende a una flessione nel finale. Quindi, a quel punto, potrebbe inserire un giocatore così frizzante, guizzante che li può mettere in difficoltà, mentre la prima parte della partita Spalletti potrebbe farla più in equilibrio con uno come El Shaarawy.
E a servire loro a centrocampo, Barella o Frattesi?
Barella, però al fianco di Barella non più Jorginho, che ormai va a due all'ora e secondo me a questi livelli non è più presentabile. Abbiamo la carta Fagioli che ha vissuto un periodo molto difficile però adesso è riabilitato. Peraltro, anche il fatto di non aver giocato per tutta la stagione, magari lo rende un po' meno in palla degli altri, però sicuramente si è stancato di meno. Stiamo vedendo tanti calciatori stanchi, magari il fatto di averne uno fresco può essere un vantaggio.
Però Frattesi è sempre piaciuto molto a Spalletti. Fa degli inserimenti importanti, e dei gol che ha fatto vedere quest'anno con l'Inter.
Se consideriamo le partite che ha giocato, lo hanno visto protagonista nel primo tempo con l'Albania, con quel palo colpito, con quel bello scavetto, poi da lì in poi si è un pochino perso. Frattesi è stato determinante quest'anno, anche con l'Inter, perché ha un bel rapporto con il gol. Per essere un centrocampista segna gol importanti, pesanti. Anche all'Inter in una stagione in cui ha giocato poco, ha segnato un paio di gol determinanti. Penso a quello contro il Verona a gennaio, al 97° minuto. Anche in nazionale ha segnato dei gol importanti, ma non penso possa giocare tra i due davanti alla difesa.
E da incursore dietro le punte?
Sì, come ha fatto con l'Albania. Però è una soluzione che adesso mi pare abbastanza accantonata, perché se ripropone la difesa a tre è difficile. Poi Spalletti ci ha talmente disorientato e depistato con i suoi cambi tattici nel corso di queste partite che tutto potrebbe essere.
A proposito di cambi tattici, è meglio la difesa tre o la difesa quattro con i giocatori che abbiamo?
Non c'è un modulo migliore a prescindere, dipende dagli interpreti che hai e nel campionato italiano sono più abituati a giocare a tre e quindi probabilmente i calciatori sono meno disorienti se li fai andare nel solco che è stato tracciato nel corso della stagione. Quindi, per i giocatori che ha l'Italia, probabilmente la difesa a tre è un più compatibile.
C'è chi dice che la Svizzera sia favorita. Se la dovessimo vincere, la vinceremmo più di testa e orgoglio o di fisico e tattica?
Testa e di orgoglio, perché la nostra è una squadra di buon livello. Io non sono d'accordo con quelli che dicono che è una squadra completamente scarsa, però non sono neanche d'accordo con quelli che dicono che ci sia grande qualità. A livello di rosa come top player ci sia abbiamo Donnarumma e Barella. Peraltro, stiamo vedendo la differenza tra giocare nell'Inter e giocare in nazionale: in primis c'è un po' di stanchezza naturale a fine stagione. L'altra considerazione è legata al fatto che un conto è avere il blocco Inter in nazionale, l’altra è passare il pallone a Thuram, a Lautaro Martinez. C'è una certa differenza con i compagni di squadra che si trovano in nazionale con i quali c'è anche meno sintonia perché ci si è allenati di meno insieme.
Ha nominato Lautaro Martinez: protagonista assoluto in Coppa America con l'Argentina.
Sì, lui in nazionale è riuscito a riannodare il filo perché aveva vinto il mondiale ma non da protagonista, mentre ora sta riprendendo un pochino in mano la titolarità in nazionale con dei gol pesanti. Del resto, lui è un calciatore che è cresciuto, è maturato molto anche grazie ai successi ottenuti con l'Inter, che lo hanno fatto crescere come attaccante, come uomo squadra. Lui nel corso della stagione vive dei momenti in cui timbra regolarmente il cartellino, momenti in cui passa un mese senza fare gol e non c'è modo che lo faccia. Ma comunque Lautaro è uno che anche se non segna dà il suo contributo alla squadra. Poi naturalmente se è un attaccante il suo lavoro è segnare e per fortuna dell'Inter e della nazionale argentina lo sta facendo tanto.