“Basta, adesso esco e vado con il primo che passa!” – E’ una vecchissima pubblicità e, nel tempo, è diventato anche il tormentone di qualche migliaia di meme sui social. E adesso è pure la frase che Ducati potrebbe sentirsi dire da “più partner destabilizzati” dopo l’annuncio che Marc Marquez sarà pilota del team Lenovo insieme a Pecco Bagnaia. Usiamo il termine “destabilizzati” perché “arrabbiati” sarebbe stato troppo. Visto che di arrabbiato, ammesso che lo sia, semmai ce ne è uno solo: Paolo Campinoti, il patron di Pramac. Gigi Dall’Igna ha ammesso che perdere Pramac è un rischio concreto, anche se sarebbe una gran delusione sia dal punto di vista sportivo che da quello umano, ma anche in Gresini Racing e nel Team Pertamina Enduro VR46 potrebbe esserci un po’ di agitazione.
Agitazione che, sia chiaro, è eventualmente dettata da scenari che potrebbero rivoluzionarsi e non certo da una rottura di rapporti come invece potrebbe accadere nel caso di Pramac. La squadra toscana, da oltre un decennio a fianco a Ducati, potrebbe – dopo il trattamento ricevuto dalla stessa Ducati e con le dichiarazioni poco eleganti di Marquez – scegliere di accettare la mega offerta fatta da Yamaha per la fornitura delle moto. Si parla, come avevamo anticipato ieri, di stipendi totalmente coperti per i piloti, moto ufficiali e un giro di sponsor da circa tre milioni di Euro a stagione. Campinoti sta rivalutando bene tutto e verosimilmente non deciderà prima del termine ultimo previsto nel contratto con Ducati, che è fissato al 31 luglio 2024. E fino a quella data, inevitabilmente, anche le altre firme attese finiranno per non arrivare.
Uccio, Alessio Salucci, l’ha chiaramente detto in una recente intervista alla Gazzetta: “La firma con Ducati ancora non c’è, a questo punto aspettiamo”. Una attesa fisiologica, dovuta principalmente al fatto di poter avere due moto ufficiali laddove Pramac dovesse scegliere di andare effettivamente con Yamaha. Ma una attesa che potrebbe nascondere anche la volontà di riprendere nuovamente in considerazione l’offerta che Yamaha aveva fatto prima di tutti proprio a Valentino Rossi per ricongiungere la coppia vincente che ha scritto la storia della MotoGP. Non è così scontato, infatti, che le due Desmosedici ufficiali siano destinate alla VR46 e questo potrebbe creare non pochi mal di pancia.
La valutazione che in molti a Borgo Panigale fanno è chiara: c’è anche la Gresini Racing, che ha vinto molto al primo anno fornendo un pilota per la squadra ufficiale e che alla terza stagione ha schierato un certo Marc Marquez, dimostrando anche di saper gestire un campione di quello spessore. Insomma, il derby VR46 e Gresini Racing è una possibilità concreta e si gioca anche sul piano dei piloti. Perché in VR46 le selle sono, di fatto, tutte occupate, visto che a Tavullia – se avranno davvero la Desmosedici 2025 – vorranno tenere sia Marco Bezzecchi che Fabio Di Giannantonio. In Gresini, invece, una sella libera c’è (sull'altra sarà con molta probbilità confermato Alex Marquez) e sarebbe perfetta per quel Fermin Aldeguer che è stato messo sotto contratto da Ducati già alla fine della passata stagione.
Le chiacchiere da paddock dei soliti ben informati dicono che dopo l’annuncio di Marc Marquez nel Team Lenovo s’è, di fatto, annullato tutto il lavoro pianificato in precedenza e che s’è riaperta una grande partita che potrebbe portare a scenari totalmente rivoluzionati nel giro di pochi giorni. Il timone in mano, adesso, ce l’ha Paolo Campinoti, che potrà permettersi di tenere Ducati sulle spine fino all’ultimo istante dell’ultimo giorno utile, con il rischio che Yamaha, nel frattempo, porti avanti un corteggiamento sempre più serrato verso Valentino Rossi o anche verso la stessa Gresini Racing. Proprio come accaduto con i piloti, la certezza è una: qualcuno resterà molto scontento.