Per una volta nella sua testa non hanno girato ingranaggi, valvole, abbassatori e soluzioni per andare più forte degli altri. Gigi Dall’Igna, nell’intervista esclusiva realizzata da Sky, l’ha fatto capire: negli ultimi giorni non ha pensato a altro se non alla scelta del pilota da affiancare a Pecco Bagnaia nel Team Lenovo Ducati e alla consapevolezza che qualcuno tra Jorge Martin e Enea Bastianini sarebbe rimasto scontento e avrebbe cercato fortuna altrove. Alla fine a cercare fortuna altrove sono stati entrambi e probabilmente più in fretta di quanto lo stesso Dall’Igna aveva ipotizzato, visto che l’ingegnerissimo della Ducati ha affermato che tutto s’è verificato davvero nel giro di un fine settimana. Quello più importante per Ducati, al Mugello, durante il GP d’Italia.
“Sicuramente l’obiettivo iniziale era quello di mantenere almeno due piloti – ha detto Dall’Igna, riferendosi chiaramente a Marc Marquez e Jorge Martin -. Sapevamo fin dall'inizio che sarebbe stato difficile, ma ci abbiamo provato fino a quando non ci siamo resi conto che non era più possibile e che avremmo dovuto decidere. È stata una decisione molto complicata, ma alla fine abbiamo optato per Marc”. Non parla esplicitamente di notti insonni, ma poco ci manca, con l’ingegnere dell'azienda bolognese che ammette pure di aver cambiato idea più e più volte in queste settimane. “Diciamo che magari da stasera posso cominciare a riposare di più – ha scherzato - La decisione da prendere è stata molto difficile e complicata, non solo dal punto di vista sportivo ma anche da quello umano. Nessuno tra Marc, Jorge e Enea è uscito fuori linea nemmeno una volta. Ci possono essere stati degli incidenti in pista, ma si sono sempre risolti bene: episodi di gara e senza irregolarità. È stata una decisione sofferta, ho cambiato idea più volte in questi giorni e mesi, ma alla fine sono convinto della scelta. Penso che abbiamo la migliore squadra nella storia della Ducati. Sono felice per me e per il mio staff”.
Adesso che la sentenza è stata emessa, quindi, non ci saranno ripensamenti. E anche le critiche con cui inevitabilmente Ducati s’è trovata a fare i conti fanno parte del gioco. Dall’Igna, però, ci tiene a specificare che la scelta di Marc Marquez non ha riguardato aspetti che poco hanno a che fare con la velocità del pilota. “Io non sono un uomo di marketing, anzi scherzo sempre dicendo che se mi facessero occupare di marketing potrei far fallire una azienda nel giro di poco”. Marc Marquez è stato scelto, almeno dal punto di vista di Gigi Dall’Igna, per il pilota che è, al di là di ciò che rappresenta: “La mia scelta per Marc Márquez è stata prettamente sportiva. Poi è chiaro che all’interno dell’azienda c’era anche chi faceva un altro tipo di ragionamenti. Marc è un personaggio controverso, c'è chi lo ama da morire e chi lo odia da morire. Forse meno in Italia, ma sono tanti i tifosi in giro per il mondo che tifano per lui”.
C’è, quindi, la consapevolezza di essersi tirato dietro qualche antipatia. Ma pure la certezza che quello di Ducati adesso è davvero un dream team, con nessuna paura di andare a rovinare l’armonia di un ambiente che fino a ora ha vinto tantissimo e che adesso vuole vincere ancora di più. “Penso – ha proseguito l’ingegnere di Borgo Panigale - che Pecco e Marc lotteranno per il titolo, sono due campioni. Entrambi hanno grinta, entrambi sanno soffrire. Marc ha sofferto molto negli ultimi anni, Pecco lo ha fatto la scorsa stagione e ha reagito. In quei momenti si vede lo spirito del campione e secondo me giocheranno ad armi pari”. Anche perché in Ducati sono certi di poter portare avanti lo sviluppo della Desmosedici su livelli differenti, senza correre il rischio di quei costruttori che si sono ritrovati ad avere la moto buona per un solo pilota. “Dal punto di vista dello sviluppo non sono affatto preoccupato – ha aggiunto Dall’Igna - Abbiamo una nostra filosofia e abbiamo sempre seguito più di un pilota durante lo sviluppo. Penso che tenere conto del parere di più piloti sia un valore aggiunto nello sviluppo della moto. Qualche perplessità ce l’ho più sulla gestione sportiva, perchè l'atmosfera attuale in squadra e nel box Ducati è bellissima e l'obiettivo è fare in modo che le cose non cambino anche l'anno prossimo”.
Marc Marquez, però, non è da considerare un obiettivo raggiunto, ma anzi “il mezzo” per raggiungerne sempre di più. “A spingerci – ha concluso l’ingegnere Ducati - è stata la consapevolezza, maturata in questi mesi, che Marc può davvero fare la differenza sulla nostra moto. La nostra moto ha raggiunto livelli incredibili e avere due piloti di quel livello ci permette di avere maggiori possibilità di vincere il mondiale, che è il nostro obiettivo principale. Come disse una volta Max Biaggi, le corse non sono un concerto di musica classica, tutto può succedere, e avere due piloti in grado di lottare per il titolo è la cosa più bella per Ducati. Non è un obiettivo raggiunto, il nostro obiettivo è sempre stato quello di vincere il mondiale, e avere sia Marc che Pecco ci permette di provare a raggiungere questi obiettivi. I nostri rivali ora si sono rafforzati con l’arrivo dei nostri attuali piloti , quindi la prossima stagione sarà senza dubbio più complicato. Pramac? Il rischio di perdere Pramac è certamente reale, ma per noi sarebbe una delusione sia a livello personale che sportivo. Pramac e Paolo Campinoti sono con noi da tanto tempo, hanno contribuito ai successi che abbiamo in questo momento, quindi sarebbe un peccato, ma è tutto da valutare. In realtà, però, il rischio c’è”.