Ma è possibile che anche se un nostro tennista diventa il numero uno al mondo ci siano comunque polemiche? Jannik Sinner lo è diventato, eppure già ci sono le polemiche e i dispiaceri per il fatto che il titolo non sia arrivando per aver battuto Novak Djokovic sul campo. Il serbo, infatti, si è ritirato a causa di un infortunio al ginocchio, ma Sinner aveva comunque già vinto i quarti di finale ed era, come ha detto anche Luca Bottazzi a MOW, nettamente favorito rispetto al collega. Non solo, perché abbiamo chiesto al noto giornalista e scrittore Giancarlo Dotto se è pentito di aver detto che Sinner non è italiano, ma invece ha rilanciato e approfndito la questione che gli era costata una shitstorm. E poi ha commentato le parole di Nicola Pietrangeli, che stanno facendo scalpore.
Giancarlo Dotto, lei in passato aveva scritto di Sinner generando non poche polemiche per la sua "italianità".
La vicenda di Sinner mi ha dato parecchi fastidi che, per carità, mi scivolano addosso perché sono fastidi legati alla bestia social che ho imparato a maneggiare e a conoscere. Anche se ogni tanto devo essere un po’ più cauto nell'esibirmi in concetti più sofisticati che possono essere equivocati, come è accaduto in questo caso.
Aveva detto: “Diventare l’eroe di un Paese, anche se non lo senti visceralmente tuo, non è solo spreco di tempo, ma può diventare moneta che transita dai cuori alla tasche”.
Questa è la parte terminale di un ragionamento che ha voluto accogliere anche il greve aspetto economico. Io questo ragazzo lo seguivo da quando era un sedicenne, da quando nessuno lo conosceva perché mi piace moltissimo il tennis. Sono stato un "rogeriano" incallito e pensavo che dopo Roger Federer il tennis non potesse esistere. Invece continua a esistere e seguivo questo giraffone, carotone, un po’ sgraziato e dalle gambe lunghe, che mi sembrava molto interessante. Ma mi sembrava altrettanto interessante il fatto che si chiamasse Sinner, come il supereroe della Marvel: una specie di fumetto con tutti questi capelli rossi. Mi stupiva il fatto che da italiano fosse uno straniero, perché lui è palesemente non italiano se andiamo a guardare le caratteristiche. Uso il termine straniero nel senso etimologico della parola, ovvero quanto di più diverso dall'italiano tipico. Io stravedevo per Sinner.
E poi cos'è cambiato?
Quando è arrivato il fattaccio della Coppa Davis la Gazzetta dello Sport mi chiede se fossi disponibile a esprimere una posizione molto polemica su quel determinato fatto. Io che sono un sano mercenario, ho un concetto molto nobile di questa parola, perché il mercenario è una persona che mette a disposizione il suo eventuale talento in cambio del denaro per chi crede nel suo talento e lo fa nel migliore dei modi, ho voluto esprimere questa posizione. Nell'ultimo degli sport dell'etica dell'uno contro uno, ovvero il tennis dato che il pugilato è deceduto, se puoi specchiare quest'ottica al servizio di un Paese intero, quell'eroe solitario riceve da questo una spinta, una motivazione, una forza e un potere di seduzione ancora più forte. Questa era la mia idea.
Quindi dalla Coppa Davis in poi si è rotto l'amore con Sinner?
No, perché io non ho mai avuto un amore per lui. Ho avuto un amore per Roger Federer, all'epoca per McEnroe, insomma ho un amore per la bellezza e il talento. Sinner è un magnifico ragazzo, adorabile da qualsiasi punto di vista, ma non ho mai avuto amore per lui. Il tennis difficilmente esprime bellezza, piuttosto esprime disciplina e mille altre cose ma non certo la bellezza. Nel momento della Coppa Davis secondo me lui aveva fatto un passaggio a vuoto, un errore, perché poteva già avere la nazione ai suoi piedi, senza fare troppi calcoli su quanto fosse giusto o meno partecipare alla Coppa Davis. Che la mia visione non fosse così sbagliata è stato dimostrato nel momento in cui il ragazzo vince la Coppa Davis ed è effettivamente accaduto che avesse la nazione ai suoi piedi. Ma attenzione a una cosa.
Ovvero?
La nazione lo adorava così tanto proprio per il concetto che mi è stato contestato, proprio perché ne apprezza e ne ammira la sua diversità. Non c'è quel legame con Sinner per un feeling amoroso come può esserci con Musetti o con altri tennisti italiani, ma proprio per la sua diversità. Il suo essere così poco italiano lo trovo molto affascinante, non ho un grandissimo concetto della Patria. Che un soggetto così lontano dai canoni italiani e latini sia diventato l'idolo italiano è una cosa che mi piace.
Le piace ma ci trova una stortura?
Assolutamente no, non c'è nessun giudizio morale da parte mia, ma e un fatto curioso e bizzarro che va raccontato. Sono una persona che per lavoro racconta e facendolo non esprimo giudizi. Parlo quindi della storia bellissima di un ragazzo così diverso da noi e dall'italiano tipico che diventa l'idolo di una nazione. Lui stesso, che nasce in una famiglia in cui non si parla la nostra lingua, quando ha cominciato a diventare importante a un certo punto ha detto, con un bellissimo lapsus “sono molto contento perché questa cosa fa felice gli italiani”, piuttosto che “sono molto contento di giocare davanti agli italiani”. Per cui, lui stesso ha fatto notare questa differenza. Che però non porta a una stortura o a qualcosa di riprovevole, anzi, è qualcosa di diverso da noi. Scrissi in un pezzo che lui più che alto atesino è altro-atesino. Un qualcosa che è altro rispetto a noi diventa l'idolo di una nazione intera che ha bisogno di miti e si è aggrappata a lui.
Anche i nostri politici stanno osannando Sinner.
Da sempre la politica ha cavalcato tutte le persone vincenti, per cui non ci vedo nulla di strano o di anomalo.
Pietrangeli ha detto: “Mi sarebbe piaciuto che fosse successo in un altro modo, battendo Djokovic sul campo in finale ma va bene lo stesso”.
Fa bene Adriano Panatta a sbeffeggiarlo, perché gli uomini di quella generazione lì, che hanno avuto una storia e una carriera importante, hanno un ego monumentale. Per cui lui a questo punto ha capito che continuando a giocare il personaggio di colui che va a fare le pulci a Sinner finisce in prima pagina. Lui è molto vanitoso e l'età inoltrata non ha per nulla sminuito il suo narcisismo. Per cui sono cose che vanno ascoltate con leggerezza, divertimento e simpatia, non andrebbero neanche commentate. E credo che anche Sinner le prenda con la stessa filosofia.