Sui social, in questi giorni, l'indignazione è massima: "Cosa ci fanno a Monaco gli influencer che di Formula 1 non sanno niente?", si chiedono migliaia di persone, furiose per la presenta nel Principato di celebrities di ogni tipo arrivate con inviti da sponsor e brand coinvolti nel weekend di Formula 1. Scatta quindi l'ormai conosciuta Santa Inquisizione di Twitter: si controllano le competenze dei vip, si critica l'influencer di turno per non aver riconosciuto il pilota, la squadra, la categoria. "E noi invece ce ne stiamo a casa sul divano" sibilano quelli che si auto definiscono veri fans, indignati più per la presenza di qualcun altro che per la loro assenza.
Ma è davvero un problema per la Formula 1? In uno sport che punta sempre di più all'intrattenimento e al seguito popolare di tanti nuovi appassionati la presenza di celebrità poco vicine al mondo del motorsport non rappresenta di per sé per un problema di nessun tipo.
Non lo è Fedez che scambia i termini "qualifiche" e "pole position", non lo è il comico e tiktoker Mattia Stanga che confonde Formula 1 e Formula 2, e non lo sono le influencer che trasformano una pila di gomme Pirelli in una Instagram opportunity per farsi scattare la foto perfetta invece di analizzare in fondo della versione b della nuova W14 per mettere a confronto i tubi venturi con quelli della Red Bull di Max Verstappen.
Anche perché andrebbe ammesso, con un po' di sincerità, che chiunque al loro posto avrebbe accettato questo invito. Come andare a San Siro per un non esperto di calcio, o come essere invitati - in Italia o in qualsiasi parte del mondo - a un bell'evento di cui non si sa molto. E' un crimine? Ma no, non diciamolo neanche per scherzo.
Un problema però in questa pit lane così piena, in un paddock in cui è ormai diventato impossibile camminare, c'è eccome. Monaco, da sempre la più richiesta e la più lussuosa delle gare, ha mostrato il volto di una Formula 1 che attira, mostra, fa parlare e discutere anche durante un campionato già deciso a poco gare dal via, ma in cui è sempre più complicato lavorare.
Chi dovrebbe lamentarsi del sovraffollamento del paddock infatti è chi in pit lane prova a lavorare: nel Principato questo weekend era semplicemente impossibile muoversi, in pit lane prima della gara c'era una coda disumana di persone schiacciate tra tifosi, vip, guardie del corpo e veri addetti ai lavori. Il team di Sky Sport Italia ha dovuto sgomitare, mantenendo sempre il massimo della professionalità, tra mille difficoltà: la povera Federica Masolin ha preso un colpo in testa da un cameraman prima del via del GP e dopo, nel consueto commento post gara, è stata costretta a barcamenarsi tra bambini in camera, passanti e continua assenza di spazio per condurre in modo tranquillo.
A commentare il caos, su Twitter, anche il giornalista Roberto Chinchero: "Più che una griglia di partenza sembra l'A1 il primo sabato di agosto". Bello per chi c'è, ci mancherebbe, meno bello per chi prova a fare il proprio lavoro con professionalità. Tra fotografi schiacciati tra i fans, giornalisti spintonati e meccanici bloccati nei passaggi all'interno del paddock, emerge anche il problema per chi invece - dentro al caos - non riesce ad entrare: giovani giornalisti e fotografi che non vengono accreditati come media all'evento per mancanza di posti disponibili, piloti di categorie minori rimbalzati per assenza di pass a disposizione e regole sempre più strette che impediscono a molti addetti ai lavori di entrare nel vivo delle notizie.
Il problema c'è, quindi. A Monaco più che in tutto il resto del campionato. Ma no, non riguarda quelli che da casa si lamentano di vip disinteressati invitati nel paddock al posto loro. Riguarda chi nel paddock prova a lavorare con serietà nonostante il circo di un mondo dell'intrattenimento che, almeno davanti al lavoro altrui, dovrebbe essere chiamato a farsi un po' più in là.