Dorna dovrebbe finanziare interamente il Team Sic58 Squadra Corse. Anzi, dovrebbe coprirlo di soldi finché non ce ne sono abbastanza per schierare due moto nella classe regina. Le animazioni sulle moto, gli approfondimenti e i documentari sui piloti non valgono nulla se non hai quella che i rapper chiamano Street Credibility, quell'alone di crudo realismo attorno alle vicende che racconti. Perché il motomondiale visto dalle telecamere deve essere perfetto e lucidato, ma allo stesso tempo è fondamentale mettere in mostra il lato umano dei piloti e quello degli uomini della squadra. Le serie TV funzionano perché riescono a farci appassionare più ai personaggi che alla trama: la MotoGP, con la sua narrazione, dovrebbe fare lo stesso. D'altronde, se parli con i piloti di una volta o con uno come Carlo Pernat, più che dai successi sportivi rimani ipnotizzato dalle storie di vita che solo un ambiente simile può generare. Ecco, il video di Tatsu e Paolo postato dalla Sic58 Squadra Corse è quello che serve alla Dorna per fare un salto di qualità in termini narrativi.
“Paolo Simoncelli è così poco attore che sembra quasi un professionista” scrive Moreno Pisto commentando la notizia. E ha ragione. Il video è una cosa mai vista, nemmeno mai tentata, perfetto perché filmato male e recitato peggio. Come il trash, solo che questo è tutt’altro. Probabilmente se non avessero preparato la gag il risultato sarebbe parso meno autentico. Invece ti strappa un sorriso perché i due sono un po’ impacciati, anche emozionati forse, d’altronde di cose ne potevano dire tante l’uno all’altro. Enormi paroloni sui valori veri, sull'amicizia e su chissà che altro. Alla fine invece hanno scelto una scenetta tra i bilici del paddock registrata col cellulare, come sarebbe piaciuto al Sic.
Insomma, la storia è bella e ci riporta a quel pezzetto di motociclismo romantico che col tempo è stato un po’ soffocato dal denaro. Tatsu ha corso quattro anni con la Sic58 di Paolo, da quando era un ragazzino giapponese in una squadra tutto cuore e dialetto romagnolo. Poi il dialetto l’ha imparato e la guida della Moto3 anche, al punto da esordire come uno dei favoriti al titolo in questo 2020, ultimo anno con la Sic58 Squadra Corse. Paolo sa che si può vincere, ma anche che senza Suzuki sarà durissima, bisognerà un ricominciare daccapo. Il mondiale però è vicino, almeno finché il “giappo-riccionese” cade e si frattura il polso in qualifica, nello stesso Misano intitolato a Marco Simoncelli in cui aveva vinto la sua prima gara nel 2019.
Niente titolo, quindi. E dalla Moto2 c’è una proposta per Suzuki, ma da un altro team. Paolo infatti non ha ancora i mezzi per salire di categoria e si è rassegnato a lasciar andare il suo pilota. Alla fine invece, è stato Tatsu che non se l'è sentita di lasciare il team prima di avergli regalato un mondiale. In Malesia, davanti al memoriale intitolato a Simoncelli, aveva promesso a Marco che sarebbe salito sul podio insieme a suo padre e così ha fatto. Probabilmente deve aver fatto anche una promessa un po’ più grande e, nonostante ormai sia giapponese solo per metà, non ha nessuna intenzione di rinunciarvi. Così ha anche costretto migliaia di appassionati italiani a fare il tifo per un giapponese.
Carmelo, pensaci. E poi coprili di soldi.