“Mi manca la MotoGP, avrei voluto essere sulla griglia di partenza con il nervosismo e le farfalle nello stomaco. E' il momento di recuperare bene dal mio infortunio, sarà un lungo percorso ma tornerò il prima possibile. Mi manca la MotoGP, mi mancano i tifosi. Non preoccupatevi, sto bene e tornerò" – sono le parole pronunciate da Marc Marquez in un videomessaggio diffuso pochi minuti prima dell’inizio del Gran Premio della Stiria di MotoGP. Parole, le sue, che arrivano al termine di un fine settimana in cui Honda prima, con Alberto Puig, e il suo manager, Alzamora, hanno dovuto dare l’annuncio che l’otto volte campione del mondo non sarà neanche a Misano. Il recupero, per Marquez, si fa più lungo del previsto, anche se molti addetti ai lavori avevano già espresso qualche perplessità sull’ipotesi che sarebbe potuto tornare in pista in tempi record. Tra questi c’era anche il dottor Loris Pegoli, specialista in ortopedia, traumatologia e chirurgia della mano (il medico che ha operato l’attaccante juventino Gonzalo Higuain dopo lo scontro di gioco che rischiava di costargli la partita di Champions contro l’Olimpiakos), intervistato da MOW proprio all’indomani del brutto infortunio di Jerez.
Così, dopo le tante voci di questi giorni, tra notizie ufficiali e indiscrezioni che circolano, abbiamo deciso di disturbarlo nuovamente, per provare a chiedergli quale è a suo avviso lo scenario più credibile. “Provare ad essere in pista pochi giorni dopo l’intervento è stato un errore – ci ha detto – Al di là delle eventuali responsabilità o delle colpe di questo o di quello, adesso bisogna prendere piena coscienza delle cose e rendersi conto che l’unica strada sicura è quella che esclude categoricamente ogni ulteriore tentativo di accelerare i tempi”.
Marc Marquez, quindi, questa volta ha optato per la scelta più saggia, anche perché il doppio intervento subito potrebbe non essere senza conseguenze. “Il pilota è stato operato e gli è stata applicata una placca che poi si è rotta, come si dice, o semplicemente deposizionata – ci ha spiegato il dottor Pegoli – nel momento in cui si è proceduto alla sostituzione saranno state sicuramente applicate anche viti più grandi per fissarla, non tutte sugli stessi fori delle precedenti. Questo significa che l’osso è stato ulteriormente stressato e che la membrana che lo riveste ha subito un nuovo trauma. Andare a rischiare di accorciare i tempi di recupero dopo il secondo intervento sarebbe come minimo inopportuno”. Marc Marquez si riprenderà e potrà tornare al meglio, ma sarà necessario aspettare e non è così scontato che basterà saltare solo le due gare di Misano. “In determinate situazioni – ha aggiunto il dottor Pegoli – bisogna tener conto di quale è lo sport dell’atleta sottoposto a intervento. Marquez è un pilota di motociclette e le sollecitazioni a cui è sottoposto il suo braccio e quello di chiunque fa il suo mestiere non sono minimamente paragonabili, ad esempio, a quelle della stragrande maggioranza degli altri sport”. E c’è anche un altro aspetto, secondo il dottor Pegoli, che non può essere sottovalutato: “Subire due volte lo stesso intervento, sentire di essere pronti e poi ritrovarsi ad aver danneggiato la placca, non costituisce solo un problema per il braccio, ma anche per la mente. E’ più che umanamente comprensibile, quindi, che il pilota intenda prendersi, adesso, tutto il tempo necessario per avere l’assoluta certezza di non correre ulteriori rischi”.
Rischi tra i quali, comunque, almeno a giudizio del dottor Pegoli, non c’è quello di non tornare più al 100%. “Non vedo perché si dovrebbe temere che il braccio di Marquez non torni pienamente efficiente – ci ha spiegato – Io non ho visto le radiografie se non dalle foto circolate in rete e non ho un quadro clinico se non quello riportato dagli organi di informazione, ma, fatta questa doverosa premessa, se non c’è stata lesione del nervo radiale, l’osso si salderà. Con i dovuti tempi, ma si salderà. Anche la muscolatura, che certamente ha subito un doppio trauma con i due interventi, potrà tornare pienamente performante e se le cose stanno realmente come ci vengono raccontate non c’è motivo di dubitare di questo. E’ solo questione di tempo. Discorso diverso, invece riguarda l’aspetto psicologico sulla possibilità che il Marquez dopo lo spavento possa perdere un minimo di velocità, ma quello, ammesso e non concesso che sarà un problema che potrà proporsi, attiene ad un altro ramo della scienza”.