Pecco Bagnaia non è lontano. È arrivato terzo per la terza volta consecutiva in questo avvio di 2025, a tre secondi abbondanti dai fratelli Marquez, più o meno gli stessi che pagò due settimane fa in Thailandia. Rispetto a Buriram, però, Pecco in Argentina è partito da un venerdì decisamente preoccupante: lotanissimo e a disagio nelle prime libere del mattino, dentro per miracolo nella top ten al pomeriggio, quando è scivolato nell'esatto momento in cui ha cercato di assaggiare il limite. La sorpresa si è materializzata al termine delle Prequalifiche, nell'istante che ha visto Bagnaia comparire davanti alle telecamere con un'espressione inaspettatamente vispa, ottimista. Confessava di aver sistemato buona parte dei problemi in frenata che gli avevano fatto percepire la Desmosedici GP25 come un oggetto estraneo, sentiva di poter percorrere un weekend sulla via della rimonta, senza vedere limiti invalicabili all'orizzonte. Oggi nel sabato di Termas il 63 ha agguantato una solida quarta casella in qualifica, è scattato bene allo spegnimento dei semafori della Sprint, guadagnando una posizione su Johann Zarco e mettendosi negli scarichi dei Marquez. Loro nei primi giri registravano con apparente facilità dei 37'7, Pecco faticava a rompere il muro dell'1'38". La differenza ad oggi è tutta lì. Due o tre decimi al giro nelle prime battute della corsa. Non è un dramma, se mai una sfida.
A caldo, appiccicando parole lucide ai microfoni di Sky, Pecco ha spiegato in quali punti della pista non tornano i conti: "Dobbiamo colmare il gap e piano piano lo stiamo facendo. Diciamo che questa non è una pista amica, però stiamo lavorando nella direzione giusta, dall'inizio del weekend siamo migliorati. Continuavo a perdere tanto in due curve abbastanza cruciali, curva sei e curva undici (due lunghe pieghe di percorrenza a sinistra, ndr) . Alla fine essermi avvicinato così ai primi due è positivo, anche perché prima della Sprint Race la previsione basato sul passo gara mi vedeva al sesto posto, quindi abbiamo fatto un passo avanti. Riuscivo a girare abbastanza bene con costanza, però mi mancava qualcosina in più e domani proveremo a trovarlo. Io dove mi vedevo? Io mi vedevo più avanti che potevo, non mi limito a pensare di sentirmi dire 'il passo è per il sesto posto e quello devi puntare a fare'. Io ho cercato semplicemente di fare il massimo; sono partito bene, sono riuscito a mettermi subito terzo, ho avuto un piccolo intoppo alla curva cinque del primo giro, ma comunque sono riuscito a seguire i fratelli per un po' e vedere diverse cose che facevano. In certi ingressi di curva devo migliorare, tendo antrare troppo di traverso e a perdere un po' in percorrenza. Però abbiamo sistemato T1 e T2, dove sono veloce, e adesso ci concentriamo sul resto".
A differenza di quanto si era visto a Buriram, dove il distacco accumulato da Bagnaia era stato ammorbidito da un Marc Marquez che al sabato aveva ingranato la modalità gestione e che alla domenica era stato rallentato dal problema pressione, a Termas de Rio Hondo il gap è reale: tre secondi incassati in una Sprint Race pura, di prestazione, in cui Marc e Alex hanno cavalcato un ritmo forsennato. Questo è il primo aspetto confortante, che va a fare il paio con l'attitudine di Pecco, tranquillo e concentrato in questo avvio di stagione al di sotto delle esorbitanti aspettative riposte su di lui. Non è ancora fluido sulla Desmosedici, non è ancora la lama chirurgica che pennella le traiettorie e ammalia gli occhi dello spettatore, ma la sensazione è che Bagnaia stia costreundo tutte le fondamenta per innalzarsi su quello stato celestiale di forma che negli ultimi tre anni lo ha reso spesse volte imbattibile. Nelle passate stagioni il pilota di Chivasso aveva trovato le prime vere certezze tra le margherite che costeggiano i cordoli di Jerez de la Frontera. Alla gara andalusa manca meno di un mese, in mezzo c'è "solo" Austin, la tana del rivale. Bisogna stringere i denti ancora per un po', ma forse già nella domenica di Termas la morsa potrebbe allentarsi. L'inverno sta finendo.
