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In principio fu Minardi: storia di una scuderia che cerca il proprio nome

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

25 gennaio 2024

In principio fu Minardi: storia di una scuderia che cerca il proprio nome
Da Minardi a Toro Rosso, da Toro Rosso ad Alpha Tauri, da Alpha Tauri a Visa Cash App RB. La squadra di Faenza cerca se stessa tra accordi con Red Bull, domande sul proprio futuro in Italia e un nome che non trova pace

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

La Minardi è nata lì, a Faenza. Dal sogno a motori di Gian Carlo Minardi l'idea di una piccola scuderia, fondata nel 1979 e arrivata in Formula 1 nel 1985, dove è rimasta fino al 2005 con il nome del suo storico fondatore. Una storia che, già in quei vent'anni nella massima serie, affrontò cessioni e difficoltà economiche, compromessi e fusioni: da Flavio Briatore a Gabriele Rumi, passando da Paul Stoddart e arrivando fino a Red Bull. Il 10 settembre del 2005 arrivò così la cessione all'azienda austriaca e Minardi cambiò nome per la prima volta, diventando Toro Rosso. Una denominazione profondamente legata a quella Red Bull, in un legame strettissimo che ne identifica le parti e che per anni ha puntato a un rapporto tanto chiaro quanto funzionale: i giovani talenti cresciuti all'interno del panorama Red Bull infatti passavano da Toro Rosso, in un periodo di assestamento che li accompagnava verso l'esordio in Red Bull. Un percorso che ha segnato la carriera del quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel, che proprio in Toro Rosso ha ottenuto il suo primo successo in Formula 1, e quello dell'altro grande talento della casa del toro: il campione del mondo in carica Max Verstappen. Oltre a loro piloti del calibro di Ricciardo, Gasly, Albon e molti altri hanno mosso i primi passi nella massima serie proprio passando da Faenza. 

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Una storia, quella di Toro Rosso, durata quasi quindici anni: alla fine del 2019 la scuderia ha infatti annunciato che, a partire dal 2020, il nuovo nome del team sarebbe cambiato in AlphaTauri, un modo per promuovere il marchio di moda fondato da Red Bull nel 2016. Un title sponsor che modifica l'immagine di Toro Rosso e che prende una nuova linea, sposando l'idea di un nome che cambia l'identità del team, togliendo potere alla scuderia come brand ma affiancandola ad altri marchi, e quindi cambiando a seconda del periodo storico.

Una scelta sempre più comune in Formula 1 che però trova nella squadra di Faenza la massima espressione in una scelta destinata a non durare nel tempo. Le stagioni di AlphaTauri sono infatti solo quattro e il title sponsor termina la propria parabola nel 2023, lasciando spazio per una nuova nominazione con l'inizio del 2024: il team di Faenza quest'anno infatti vestirà nuovi colori sotto il segno di Visa Cash App RB. Un nome che non ha decisamente fatto impazzire il pubblico, considerato uno "tra i più brutti della storia della F1", ma il vero problema sollevato dalla scelta di questo ennesimo cambio nome è un'altra: il continuo rebranding di case della classe regina del motorsport richia di togliere valore e potere all'azienda stessa, andando sì a portare più soldi nella casse della scuderia ma, allo stesso tempo, riducendo al minimo il valore della scuderia stessa, privata della propria identità con continue modifiche all'aspetto più immediato nei confronti nei tifosi. 

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