Brutto? Sì! Funziona bene? Pare di no! Fabio Quartararo, che l’ha provato, ha detto di non aver notato miglioramenti evidenti dopo che Yamaha lo ha mandato in pista, ieri a Portimao, con un vistoso alettone sulla coda della sua M1.
Una appendice aerodinamica che ha fatto scattare tutti sull’attenti, non solo per la questione estetica (non si guarda davvero), ma anche per ragioni legate alla sicurezza, con la MotoGP che, di fatto, ormai ha definitivamente aperto le porte all’aerodinamica. Mega dibattiti a parte per i quali ci sarà probabilmente tempo per una intera stagione, l’attenzione, adesso, è sull’alettone di Quartararo. “Non credo che lo useremo in gara” – ha detto il francese, accennando un sorriso che la dice lunga sul reale pensiero del pilota. Un pensiero che, proprio come ha svelato Fabio Quartararo, è stato invece meglio esplicitato dai meccanici della Yamaha.
“Prima di salire in moto – ha detto scherzando – i miei meccanici mi hanno chiesto scusa, aggiungendo che speravano non funzionasse”. Un racconto per ironizzare sull’effetto estetico che il nuovo alettone provoca nelle linee della moto, ma che in qualche modo la dice anche lunga sulla situazione in casa Yamaha. Fabio Quartararo, infatti, aveva chiesto maggiore velocità e maggiore potenza e gli ingegneri giapponesi, grazie anche all’aiuto degli italiani di Marmorini, sono riusciti a ricavarne. Ma adesso i problemi sono altri: la M1 fa troppa fatica nell’attacco al tempo. E in una stagione in cui ci saranno 21 sprint race e in cui fare buoni tempi in prova sarà fondamentale non c’è affatto da stare tranquilli, con Fabio Quartararo che lo ha detto chiaramente alla fine dei due giorni di test di Portimao. “Se il primo GP di stagione fosse domani – ha spiegato – non saremmo pronti e difficilmente riusciremmo a essere competitivi”.
L’analisi del passo gara registrato a Portimao, però, lascia qualche speranza accesa, con il francese che di fatto si conferma tra i tre piloti di testa e che si candida nuovamente, quindi, a essere il principale rivale di Francesco Bagnaia e delle Ducati. Nonostante una moto che, alettone o meno, sembra non volerne sapere di regalargli un sorriso e che inevitabilmente lo costringerà a alzare l’asticella del rischio.
“Per quattro anni la Yamaha ha sempre avuto la stessa moto – ha concluso il francese - e gli aggiornamenti che abbiamo ricevuto erano solo dettagli. La Ducati invece ha portato novità importanti stagione dopo stagione e una moto nuova ogni anno. Ora la M1 è cambiata molto rispetto allo scorso anno. Potremmo avere qualche problema in partenza, ma se la Yamaha continua a lavorare allora ho molta fiducia per le prossime gare, soprattutto pensando alla seconda parte della stagione”.