“Non siamo ancora pronti, ma oggi è andata meglio” – Lo ha detto Fabio Quartararo quando mancavano pochissimi minuti alla fine della seconda giornata di test a Portimao, con il francese che, almeno fino a quel momento, era riuscito a strappare il terzo tempo in un time attack disperato. La notizia, però, è un'altra, perché se le Yamaha sono sembrate decisamente indietro rispetto a Ducati e Aprilia, sono state proprio le Yamaha, e nello specifico quella di Quartararo, a mostrare la novità più strana di questi test in Portogallo. Di cosa si tratta? Un alettone che nemmeno nei peggiori raduni tuning, messo sopra la coda della M1 e che dovrebbe – almeno a sentire il parere degli esperti – migliorare il grip della moto sfruttando l’aerodinamica. Se funziona bene e se sarà portato in gara non è ancora dato saperlo, ma di sicuro è qualcosa a cui bisognerà fare l’occhio perché – ci sia consentita la battuta – non si guarda davvero. “Non penso la useremo” – ha comunque rassicurato tutti il francese.
Ormai, però, la MotoGP è anche questo e a Portimao se ne è vista di ogni: doppie alette, codini spaziali, carene svasate, tanto che Aleix Espargarò, ieri, ha pure detto la sua: “Questa storia dell’aerodinamica sta un po’ sfuggendo di mano, per noi piloti diventa difficile guidare e prevedere i comportamenti delle moto”. Lui stesso ne sta pagando le conseguenze in prima persona, visto che probabilmente dovrà nuovamente operarsi al braccio a causa della sindrome compartimentale, con lo spagnolo che ha accusato proprio l’aerodinamica per il suo problema fisico. Una nota stonata in un fine settimana che comunque, per il pilota dell’Aprilia, ha offerto indicazioni importanti.
Tutte le moto di Noale, infatti, si sono difese più che bene e sono sembrate le uniche in grado di tenere concretamente testa alle Ducati sia sul passo gara che sull’attacco al tempo. Il compagno di squadra di Espargarò, Maverick Vinales, se l’è sempre giocata con i primi nei due giorni di test (anche se a pochi minuti dalla fine del day 2 non era più in top10) e anche Miguel Oliveira e Raul Fernandez (entrambi protagonisti anche di una caduta) hanno detto la loro. Quanto a Ducati, la parte del leone l’ha giocata il campione del mondo in carica, Pecco Bagnaia, che ha fatto anche registrare la maggiore velocità di punta oltre a fermare il cronometro sotto il minuto e trentotto secondi (non c’è riuscito nessun altro). Dietro di lui la Desmosedici di Johann Zarco e quarto tempo (il terzo, come già detto, lo ha fatto registrare Quartararo con un giro alla disperata) per Marco Bezzecchi, del Team Mooney VR46, che si è messo alle spalle l’altro ufficiale Ducati, Enea Bastianini seguito a sua volta da Alex Marquez e Jorge Martin. Il sudafricano Brad Binder, invece, ha piazzato l’unica KTM nella top ten chiusa, come accennato, dall’ Aprilia di Aleix Espargarò (che si è fermato prima della fine) seguita da quelle di Miguel Oliveira e Maverick Vinales.
E Marc Marquez? Non pervenuto, purtroppo! Non tanto nella classifica, visto che ha chiuso quattordicesimo in mezzo alle altre due Honda del suo compagno di squadra, Joan Mir, e di Alex Rins, quanto nel passo gara, che non è stato buono nemmeno nella simulazione della Sprint Race. Il lavoro da fare in casa Honda è ancora tanto. Così come appare ancora tanto quello da fare in casa Yamaha, visto che Franco Morbidelli ha chiuso con il diciannovesimo tempo e che anche Fabio Quartararo si è detto poco soddisfatto di come sono andate le cose in previsione del primo GP di stagione. Non bene, infine, neanche Jack Miller, diciassettesimo, che deve ancora prendere le misure della sua nuova KTM, e i due piloti di GasGas, Pol Espargarò e Augusto Fernandez, alle prese con problemi tecnici in entrambe le giornate di test.