L’ultimo campione del mondo ad essersi ritirato dalla MotoGP prima dei trent’anni è stato Casey Stoner, un rimpianto per tutto il mondo delle corse. Ora, a quanto pare, anche Joan Mir ha pensato seriamente di fare lo stesso. Per lo spagnolo però le motivazioni sono altre e, tutto sommato, ben più tristi: la moto non funziona, il rischio di farsi male è altissimo e al momento di alternative non sembrano essercene. “Sì, ho pensato al ritiro”, ha rivelato Mir a DAZN Spagna in una lunga intervista. “Ma ho capito che in futuro me ne sarei pentito e, se un giorno deciderò di ritirarmi, devo essere sicuro di non pentirmene più avanti”.
Va detto poi che lasciare la Honda e cercarsi un’altra sistemazione non è mai stata una strada percorribile per Joan: “Non ho mai pensato di andare altrove - ha spiegato - Se loro si fidano di me, io mi fido di loro. Altrimenti non sarei mai entrato in questo team. Per me è la squadra migliore al mondo e sta attraversando un momento molto difficile”.
Con grande onestà poi, Joan ha ammesso che le gravi difficoltà di Marc Marquez (che di nove gare corse non ne ha terminata neanche una) lo hanno aiutato ad affrontare i problemi con la Honda: “Quello che mi preoccuperebbe davvero è trovarmi in questa situazione mentre questa moto vince delle gare, ma se Marc soffre con questa moto significa che la situazione è disperata: lui è il miglior pilota in griglia, senza dubbio. Non è bello vedere un pilota che ha vinto così tanto in passato passare un momento così brutto. Dobbiamo tenere duro a tutti i costi e sperare di poterci sentire meglio entrambi sulla moto”.
Infine, Mir spiega che per affrontare meglio la crisi con HRC ha chiesto l’aiuto di uno psicologo, cosa che sempre più piloti si ritrovano a fare: “Siamo fortunati a fare ciò che ci piace, guadagnano molto bene ma siamo sotto pressione sin da quando siamo bambini. Io avevo 10 anni quando ho capito che per continuare a correre avrei dovuto vincere. Quest’anno, prima della pausa, mi sono detto ‘Calmati, diamo una priorità alle cose’. Ho lavorato con uno psicologo dello sport e sto facendo tutto il possibile per continuare a dare il massimo”.