Il titolo MotoGP 2020 è quasi già assegnato, meritatamente, a Joan Mir. Al maiorchino infatti, con 37 punti di vantaggio su Rins e Quartararo, basterebbe arrivare a podio a Valencia o davanti ai suoi avversari in lotta per il titolo (ma non solo) per vincere il mondiale. Sarebbe un colpo formidabile per la Suzuki, che a digiuno da oltre vent’anni ha anche la seria possibilità di vincere titolo squadre e costruttori.
Inevitabilmente l’intervistatore della Dorna gli ha voluto chiedere come gestisce la pressione, ma Joan si è dimostrato ancora una volta molto tranquillo.
“Ma certo che abbiamo pressione, giochiamo con le nostre vite e dobbiamo essere davvero focalizzati in quello che facciamo - ha esordito lo spagnolo - Ma alla fine è il nostro lavoro, ma io la vera pressione non la sento. Perché se vincessi il mondiale sarei felicissimo, ma per come è andata lo sarei comunque. Cambierebbe qualcosa, ma niente di che. Però ci sono persone che non riescono a pagare l’affitto a causa della pandemia, persone che non riescono a portare il cibo in tavola perché non hanno più un lavoro. Ecco, questa è pressione. E io non posso dire di averla, questo è il mio lavoro.”
Poi parla del suo rapporto con il compagno di squadra Alex Rins, che in un’intervista aveva detto che gli era dispiaciuto non confrontarsi con lui.
“Rins ha detto che non abbiamo avuto un faccia a faccia? Penso che in gara sia stata una bella battaglia. Non so se lui ne ha voglia di fare a sportellate, io no. Dobbiamo essere più intelligenti degli altri in questo caso. Mi sto giocando un titolo e lui anche. -la risposta secca - anche Rins sta giocando molto, per esempio il secondo posto in campionato. Non possiamo permetterci di mandare tutto all’aria solo per vedere chi ce l'ha più lungo, rischieremmo di cadere e farci passare dai nostri rivali. Questo andrebbe valutato, e non penso che sia quello di cui Suzuki ha bisogno, quello di cui ho bisogno io o quello di cui ha bisogno Alex”.
“Dobbiamo fare gare intelligenti e vittorie, non è necessario correre tra due compagni di squadra visto che la Suzuki non vince un mondiale da 20 anni. - ha ricordato il pilota di Davide Brivio - La squadra si sta giocando il titolo, e lo sono anch'io. In questi casi devi tener presente che stai giocando con il tuo compagno di squadra e più che pensare a te stesso, devi pensare il marchio. Suzuki ci paga. Dobbiamo tenerne conto. Penso che ne tenga conto anche Rins, non ha mai fatto niente di stupido con me, è un ragazzo molto pulito in pista, molto rispettoso anche quando non siamo in lotta per il titolo. Credo che questo non cambierà”.
Poi gli viene chiesto cosa farebbe se a Portimao gli venisse chiesto di far passare Alex per aiutarlo a raggiungere il secondo posto in campionato. “Se me lo dicono, lo farò. Ma che posso fare, sono uno scudiero? farò tutto quello che posso per aiutare Suzuki, e mi pare di aver detto tutto”.