“Qualcuno si azzarderebbe a dire che il mondiale vinto da Marc Marquez nel 2013 non vale come gli altri perché conquistato in una stagione in cui Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa erano stati messi fuorigioco da due infortuni?” – A fare la domanda, questa volta, è l’intervistato: il neocampione del mondo della MotoGP, Joan Mir. E sceglie l’interrogativo per rispondere a chi, per la centomilionesima volta in questi giorni, continuava a chiedergli se sentisse di aver vinto un titolo di minor valore.
Ha mantenuto la calma ai microfoni di RadioMarca, durante la trasmissione di cui era ospite, cercando di far capire, però, che domande così e allusioni simili non vuole sentirne più.
“Mi dispiace per quello che è successo a Marc Marquez, che si è anche congratulato con me per questo successo – ha proseguito Joan Mir – Spero davvero che torni presto e di poter lottare con lui, ma questo titolo è mio perché quest’anno è così che è andata”.
Nessuna presunzione, anzi. Solo una risposta all’ennesima provocazione, con il ventitreenne di Maiorca che ha aggiunto: “Marc non era assente, quest'anno ha corso e si è infortunato, non l'hanno rapito. Era assente per un suo errore, come assenti per un loro errore sono stati Pedrosa e Lorenzo nel 2013. Ciò significa che il primo titolo di Marc nel 2013 ha meno valore? Al contrario, ha ancora più valore perché è il primo e lo ha vinto nel suo primo anno di MotoGP. Vediamo chi lo svaluta. E vediamo chi, in un campionato come questo, toglie valore al suo titolo”.
Il campione del mondo 2020, poi, volta pagina e si proietta già alla prossima stagione, quando sarà, di fatto, l’uomo da battere. Sperando, comunque, di trovare in pista il Cabroncito per giocarsela sull’asfalto. “L’anno prossimo – ha detto Joan Mir – saremo la moto da battere, ma dobbiamo migliorare, e tanto, per poter dire la nostra su ogni pista, soprattutto per quanto riguarda la velocità di punta, che rappresenta un po’ la debolezza della nostra moto.
La Suzuki quest’anno è stata grandiosa per affidabilità, costanza di rendimento e equilibrio, ora c’è da lavorare sulla velocità. Marquez sarebbe stato un avversario molto difficile e avrebbe certamente venduto cara la pelle. Non so se avrei vinto, ma me la sarei giocata. Il binomio Honda e Marquez negli ultimi anni è stato il più veloce. L'unico capace di fermare Marc Marquez è stato lui stesso, con quel rischio che da tanti anni si prende in tutte le gare e che a Jerez gli ha giocato un brutto tiro. Tornerà e sarà ancora un campione straordinario e un fenomeno. Ma quest'anno il titolo è andato a me”.
Se siete arrivati fino a qui seguiteci anche su Facebook e su Instagram