Appena si presenta in sala stampa, a margine del Gran Premio della Catalunya, Johann Zarco racconta la sua domenica con precisione, spirito critico e opinioni tutt’altro che vaghe. Il francese ha vissuto in pieno la lavatrice di emozioni che è stata la gara del Montmelò, all’inizio della quale lui si è incolpevolmente ritrovato nella ghiaia, coinvolto nello strike innescato da Enea Bastianini in curva 1. Poi, con l’immediata bandiera rossa sventolata per l’incidente di Pecco Bagnaia, Johann ha potuto inforcare la seconda Ducati Pramac presente nel suo box e partecipare alla ripartenza. Alla fine, dopo 23 giri, il francese ha chiuso in quarta posizione, a meno di due secondi dal terzo gradino del podio, acciuffato dal compagno di squadra Jorge Martin. Considerati tutti gli avvenimenti e i retroscena svelati da Johann, non viene difficile affermare che la sua Barcellona sia stata un piccolo capolavoro: “Sono felice della quarta posizione, chiaramente sarebbe stato meglio il podio, che forse ho perso all’inizio della gara quando non potevo andare forte, perché la mia gomma davanti era fredda, era la stessa della caduta all’inizio della gara, e ci è arrivata due minuti prima che la pitlane riaprisse. Lì ho dovuto scegliere rapidamente se montare quella media, che avrei dovuto riscaldare io prudentemente nei primi giri, oppure mettere una soft già portata in temperatura dalle termocoperte. Alla fine ho preferito la media della caduta, piuttosto che avere problemi di usura con la soft a metà gara. Alla fine è stata la scelta giusta, perché poi, a parte aver perso un po' di tempo nei primi giri, sono riuscito a fare tutta la gara senza che le prestazioni crollassero”.
Successivamente, però, a Zarco viene richiesta un’analisi di ciò che è accaduto alla prima curva con Enea Bastianini. Johann spiega il suo punto di vista senza filtri, adoperando toni pacati e allo stesso tempo parole pesanti, inequivocabili. Racconta di non aver per nulla gradito l’atteggiamento di Bastianini, che intanto – in ospedale con una doppia frattura del malleolo mediale sinistro e del metacarpo – salterà Misano Adriatico e, al rientro, pagherà l’errore con un long lap penalty: “Perché accade sempre qualcosa a Barcellona in curva 1? Perché c’è sempre qualcuno che prova a passarne troppi. L’anno scorso fu Nakagami e oggi è stato Bastianini. La prima curva è stretta, sì, ma non così stretta come magari quella del Red Bull Ring, però qui ci arriviamo a velocità più alta perché prima di frenare siamo in quinta. Non abbiamo tanti riferimenti sulla partenza perché durante il weekend arriviamo alla prima curva lanciati a 350 km/h, dopo la partenza invece freniamo che siamo a poco meno di 300 orari. Oggi in più c’era un forte vento alle nostre spalle che spingeva. Ma queste sono tutte informazioni che i piloti conoscono e devono tenere in considerazione, alcuni però non lo fanno perché magari dopo un brutto weekend provano a guadagnare sei posizioni in partenza per cambiare le proprie sorti, ma bisogna accettare che questo a volte può portare a dei disastri. Spostare la partenza più avanti qui a Barcellona potrebbe aiutare, ma sono più i piloti che devono controllare le cose. È difficile dire quale penalità sia più giusta. Di sicuro il long lap penalty dato ad Enea avrebbe distrutto la sua gara, perché fare il long lap penalty qui è come andare a vedere la Cattedrale di Barcellona e tornare indietro. Quindi se l’intento era quello di distruggere la sua gara, sì, penso sia corretto. Bastianini anche ieri nella Sprint è partito fortissimo, ed è passato alla prima curva solamente perché io non ero ancora entrato in curva. Oggi però ero già nella curva e lui ha voluto fare la stessa cosa di ieri, infatti c’è stato l’incidente. Questo è stato irresponsabile da parte sua. Nella ghiaia mi ha guardato come se fosse colpa mia. Lì sono stato incazzatissimo perché fare così e poi dare quasi la colpa sugli altri sembra uno scherzo, non è bello. Va bene che sta attraversando un momento di fatica, ma questo non è un buon motivo per mancare così di intelligenza”.