“Last dance for the biggest”. È questo l’omaggio dello spagnolo avversario di tante battaglie, come ha sottolineato lui stesso nel post su Instagram, ma che messo da parte l’agonismo ha deciso di celebrare il collega e campione italiano. Tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, d’altronde, era risaputo che non scorresse buon sangue. I due non se le sono mai mandate a dire, anche e soprattutto quando erano compagni di squadra in Yamaha. Storica la loro rivalità in pista, così come fuori, dove le frecciatine non sono mai mancate. Nonostante questo, però, i due sono consapevoli del grande talento dell’altro e si rispettano. Lasciata alle spalle la rivalità, come abbiamo detto, Jorge Lorenzo ha omaggiato Valentino Rossi nel suo ultimo weekend di gara: “L’ultimo ballo della più grande leggenda della MotoGP. Tante memorie lottando insieme. #GrazieVale, mancherai alla pista”, ha scritto sui social sotto alcune foto scattate a Valencia dove firma il murale dedicato a Valentino e si fa ritrarre in posa di fronte alle sue moto.
Jorge Lorenzo, poi, ha rilasciato anche una lunga intervista al Corriere del Ticino, nella quale ha parlato di tante cose: dalla rivalità con Rossi al ricordo di Simoncelli, fino al rapporto difficile con Ducati, del perché come test driver della Yamaha non è andata bene, che sta pensando di correre in auto e della sua vita privata: "Se vado avanti così diventerò prima nonno che padre".
La rivalità con Valentino Rossi
"Valentino ha fatto la storia del MotoGp. Un pilota con molto talento, completo e che ha vinto tantissimo, indubbiamente il più carismatico, poiché ha fatto interessare alle competizioni motociclistiche anche gente a cui non interessava il nostro mondo. Tutti coloro che hanno fatto parte del moto mondiale - compreso il sottoscritto - devono essergli grati, il vuoto che lascia è grande. Ma sono sicuro che ora si dedicherà a nuovi progetti altrettanto soddisfacenti, gli auguro meno rischiosi".
Il ritiro
"Bisogna smettere quando si comprende di non poter vincere più, per me è stato così nel 2019. Rossi invece tra le cose straordinarie che ha fatto c’è quella di mantenere ritmi alti così a lungo. Non è normale che un pilota termini a 42 anni la carriera, ma lui l’ha fatto. Poi si è reso conto che l’età ha avuto la meglio e ha detto basta. Io ho tanti buoni ricordi con lui, perché per 2-3 anni siamo stati la squadra più forte del MotoGp".
Il ricordo di Marco Simoncelli
«Devo essere sincero, con lui ho pochi aneddoti. Abbiamo iniziato a correre negli stessi anni, partecipando più o meno alle stesse gare. Durante la mia carriera da pilota non sono mai stato - per lo meno nel paddock - una persona socievole. Ero molto concentrato sul mio lavoro. Nel 2011 Marco stava iniziando a fare grandi risultati, dal 2010 al 2011 aveva fatto una grande progressione. Ciò che non mi piaceva era la sua aggressività, quando vedeva uno spazio o una opportunità si piazzava, non pensava al lato tragico. Molti piloti - tra cui io- ci lamentavamo della sua prepotenza in pista: io sono sempre stato sincero e pubblicamente ho manifestato il mio disagio. Tutti ricordano quella scena. Ha fatto sorridere anche me, perché Marco Simoncelli era davvero autentico e naturale: aveva tanto carisma. Questo tipo di personaggi mi hanno sempre affascinato e sono da sempre apprezzati tra la gente».
L'occasione mancata con la Ducati
"A me non piace pensare a cosa avrei potuto fare e piangere sul latte versato. Avere una carriera perfetta è impossibile. Sicuramente la Ducati aveva scommesso molto su di me e io non ho vinto subito. Cambiare da una moto all’altra oggi è molto difficile. In quel momento c’era la convinzione che se un pilota vinceva su una Yamaha, vinceva anche su una Honda, una Suzuki o una Ducati. Invece Yamaha e Ducati sono le più opposte della griglia. La prima è molto “smooth”, la seconda è invece ruggente e aggressiva. Inizialmente guidavo la Ducati come guidavo la Yamaha".
Test driver di Yamaha
Abbiamo iniziato molto bene a Sepang. È stato un test improvviso perché la moto non era pronta, ma io volevo guidare. Così mi hanno dato la moto “vecchia”. I test sono andati bene, ma a causa del Covid tutto si è fermato. Yamaha è stato il marchio che ha fatto meno test in quel periodo, parlando con loro mi avevano detto che all’incirca per un anno non si sarebbero fatti test. Così, purtroppo, io mi sono lasciato andare in quanto a preparazione. Poi un giorno senza preavviso mi hanno chiamato per un test a Portimao, un circuito che mai era stato scelto per quel tipo di test, perché si tratta di una pista con molti sali e scendi. Io tra non essere molto in forma, un circuito nuovo, e una moto vecchia non sono andato veloce come si aspettavano. Yamaha ha deciso di non continuare ad investire su un pilota del mio status e di puntare su Crutchlow».
Il business nelle crypto valute
"Una persona sempre molto curiosa, ambiziosa, e se devo dirle uno dei miei più grandi interessi oggi dico la gestione dell’economia. Sto studiando molto, mi interessa la borsa, le crypto valute, la gestione del rischio: è un mondo molto difficile dove ho tanto da imparare".
Le future gare in auto
"Certamente! Vado ancora in bici, e in questi giorni sto prendendo in considerazione l’opzione di fare qualche gara in macchina. Poi a livello amatoriale gioco a calcetto, mi piace molto giocare a golf e a tennis. Ogni mattina mi alleno in palestra - cadesse il mondo! Data la mia passione per il cibo se non lo facessi sarebbe tremendo per la mia salute".
La vita privata
"No. Sono single da tre anni e mezzo e sto bene così. Non mi reputo una persona chiusa, e non sono scettico nei confronti delle relazioni sentimentali. Semplicemente sono molto selettivo, e se scelgo di fidanzarmi è per stare bene, anzi, meglio di come sto da solo. Vedo la relazione come un arricchimento. Ciò che è sicuro è che mi piacerebbe in futuro avere una famiglia. Però forse se vado avanti di questo passo divento nonno prima di diventare papà".