Suzuki è campione del mondo e, a conti fatti, può anche prendersela comoda visto che sarà, almeno sulla carta, la moto da battere. Ducati, Honda, KTM e Aprilia sono già scese in pista, a Jerez, per i test privati. E Yamaha? Yamaha ha assunto un signor collaudatore per tenerlo fermo. Detta così fa un po’ ridere, ma sono i fatti, perché Cal Crutchlow non salirà sulla M1 prima dei test ufficiali in Qatar, quelli a cui parteciperanno anche i piloti titolari.
E l’ombra di un “Jorge Lorenzo, atto secondo” sembra più che concreta. Perché anche nella scorsa stagione era andata così, con Jorge Lorenzo che, di fatto, non ha mai avuto reali occasioni di essere utile alla causa di Yamaha, non avendo mai potuto provare in test privati. Tanto che gli stessi piloti, da Fabio Quartararo a Valentino Rossi, avevano lamentato l’anomalia di una casa che non prova le sue moto con i tester. S’era pensato, addirittura, che potesse essere in qualche modo “colpa” di Jorge Lorenzo, ma invece è ormai chiaro che si tratta di una scelta ben precisa che ad Iwata intendono ripetere anche in questo 2021.
Dopo l’annuncio dell’avvicendamento nel ruolo di collaudatore proprio tra Jorge Lorenzo e Cal Crutchlow, infatti, molti si aspettavano di vedere l’inglese tra i cordoli con la M1, per provare a risolvere una volta per tutti i problemi che hanno reso difficile il finale di stagione dei piloti Yamaha lo scorso anno. Ma l’annuncio di questi giorni, da parte dei vertici del reparto corse del marchio giapponese, è stato chiaro: non ci saranno test con Crutchlow prima del Qatar. Con buona pace dei piloti che, invece, anche durante la presentazione del team Monster Energy hanno sottolineato la necessità che la moto macinasse chilometri.
“Quando vengono testati nuovi componenti, nel 99% dei casi non funzionano e solo nell'1% dei casi sono buoni – ha affermato Maverick Vinales, prima di vedere disattese le sue aspettative - E se puoi avere un pilota come Cal, che capisce davvero la moto , la porta al limite, conosce le altre moto e dà il meglio di sé ad ogni giro, vuol dire che quando arrivi in pista non hai più da provare nuovi bracci oscillanti, scarichi o sospensioni. Puoi concentrarti sulla gara”.
I test, quindi, servono come il pane, soprattutto nella fase che precede la stagione e che mette le basi per la moto che poi dovrà essere schierata in griglia. Ecco perché la scelta di Yamaha appare oggettivamente inspiegabile. In rete e sui social, però, c’è chi sostiene che possa entrarci qualcosa la questione motori, con i due team di Iwata che, di fatto, sono a corto di propulsori. Ma appare poco credibile che una struttura come quella di Yamaha possa rinunciare a programmare una serie di test per una ragione di questo tipo. Il motivo non può essere questo. Potrebbe, piuttosto, essere da ricercare in un atteggiamento che ormai appartiene alla casa dei tre diapason da qualche anno: una sorta di sindrome dei migliori che non permette di analizzare con concreta lucidità il da farsi.
Eppure i piloti chiedono a gran voce di colmare un gap con gli altri che evidentemente, se a lamentarlo sono i piloti stessi, c’è ed è significativo. “E’ importante che Cal Crutchlow faccia tanti giorni di test –ha recentemente affermato Fabio Quartararo - spero che Yamaha lo faccia girare tanto, affinché possa verificare e approvare le varie componenti testate, perché alla fine è molto importante. Spingerò molto con Yamaha affinché lo faccia girare tanto”. Yamaha ascolterà i suoi piloti?