I messaggi social di Jorge Lorenzo sono come la massima di Schopenhauer: “Un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia, passando per l’intervallo fugace del piacere”. Soprattutto però, è pressoché impossibile restargli indifferenti. Perché Jorge parla e fa parlare, a cominciare dalla sua opinione sugli ex colleghi e continuando con i suoi outfit sgargianti. C’è chi gode quando il maiorchino spara a zero (pochi), e c’è chi gli dice che è troppo arrogante (tanti), ma lui continua imperterrito rendendo onore al soprannome martillo conquistatosi il pista.
Su Instagram spiega come gestire i propri investimenti: “non comprare quello che ti serve o finirai per vendere quello di cui hai bisogno”, o come affrontare la vita: “Ricorda che tutto passa, tanto i momenti buoni come quelli brutti e cerca di prendere il lato positivo delle cose, ce n’è sempre uno” e, ovviamente, il segreto del successo: “Ricorda sempre che è più importante la direzione verso cui punti rispetto a quanto duro lavori”. Tra un consiglio e l’altro c’è anche un pizzico di saggezza orientale: “Fai bene e con costanza le cose difficili, avrai una vita facile. Se farai l’opposto avrai una vita difficile”. In sintesi, qualche goccia di Montemagno diluita in un pozzo di astrologia e condita con una manciata biscotti della fortuna. Bisogna dargli atto però che, in poco più di un anno passato sui social, ha saputo intrattenere degnamente il suo pubblico.
Il suo “I told you” riferito alla caduta di Cal Crutchlow nei test sta passando alla storia come il celebre “respect my opinion” sibilato a Valentino Rossi, e a chi gli chiede “come mai mi piacciono sempre i cattivi?” risponde “perché ti danno più emozione dei buoni”. Risponde a buona parte dei suoi follower, a prescindere da critiche o complimenti. A forza di seguirlo, ci siamo resi conto che Jorge Lorenzo riesce a fare un giro completo e, dalla costante inadeguatezza, diventa addirittura interessante. Vivere una settimana al suo fianco dev’essere come seguire Donald Trump durante la campagna elettorale o Elon Musk che va a lanciare una macchina su Marte. Qualche grossa produzione cinematografica dovrebbe investire su di lui, realizzando un documentario sulla sua vita da pensionato. O magari un film tratto dal libro del 2018 “Quello che ho imparato fino ai 30” debitamente rivisto per l’occasione. Sarebbe un successo clamoroso.