Lui non amava particolarmente il corpo a corpo e la sua gara perfetta era quella in cui riusciva a scappare via sin dal primo giro, martellando tempi su tempi e mettendo tutti gli altri alla dovuta distanza. Però Jorge Lorenzo qualche bagarre, anche serrata e al limite del regolamento, l’ha fatta e è consapevole che lo spettacolo delle corse in moto è proprio tutto lì. Da sempre. Ma purtroppo non per sempre. Perché adesso la MotoGP sta prendendo una piega che preoccupa e Jorge Lorenzo, che non è uno che si tira indietro quando c’è da fare critiche, non ha esitato a sottolinearlo.
“Tutte le moto tranne la Honda hanno vinto delle gare – ha detto il cinque volte campione del mondo - Ci sono tanti piloti in lotta, ma non c'è un leader che vinca con autorità. E’ qualcosa che invece darebbe importanza al campionato. Le persone hanno anche bisogno di avvicinarsi ai piloti, alle loro storie e questo possono farlo solo se imparano a conoscerli dalle azioni che i piloti fanno in pista. Ma adesso non è sempre possibile fare qualcosa che ti distingua dagli altri: l’aerodinamica influisce troppo e impedisce i sorpassi. Infine, manca un po' di carattere: i piloti attuali non hanno il carattere che avevano noi quattro o cinque”. Il riferimento, è chiaro, è agli anni in cui Lorenzo se l’è giocata in pista con Valentino Rossi e Casey Stoner, con Dani Pedrosa e pure Marc Marquez. Anni che probabilmente non torneranno, appunto, per due ragioni principali: la mancanza di veri personaggi e la tecnica delle moto che ormai impedisce il ricorso alla fantasia da parte dei piloti.
Però per Jorge Lorenzo è solo evoluzione che arriva e ci tiene a precisare che anche questa MotoGP ha il suo perché. Soprattutto in questa stagione che all’ultimo round deve ancora emettere la sentenza definitiva. “Bagnaia e Quartararo se la giocheranno fino alla fine – ha aggiunto – Entrambi, insieme anche a Jorge Martin, hanno qualcosa di molto simile a me. Bagnaia è molto elegante nei suoi movimenti, molto preciso, le sue traiettorie sono molto rotonde; Martín è molto esplosivo nei primi giri come lo sono stato io con Yamaha e Ducati; Quartararo, per il modo in cui guida la Yamaha, è molto simile a me per stile di guida e modo di uscire dalla moto”. Due, Bagnaia e Quartararo, si giocheranno il titolo mondiale. L’altro, Jorge Martin, invece, deve ancora trovare la giusta maturità per lottare al vertice una intera stagione e non solo in qualche gara, con Lorenzo che però considera il giovane spagnolo il talento più puro tra le nuove leve della MotoGP.