Jorge Lorenzo si è ritirato nel 2019, ma non ha mai davvero lasciato il mondo delle corse. Nel suo primo anno tra viaggi e foto da influencer il maiorchino ha continuato a seguire la MotoGP, cosa che ha fatto con sempre più attenzione fino a lanciare una sua serie su YouTube battezzata #99seconds. Analisi sempre a fuoco, tanta competenza, poche sparate. Non solo, Jorge è anche stato ospite nella cabina di commento di Sky con Guido Meda, dove ha dato prova di un grande talento nel saper leggere e raccontare il punto di vista del pilota. È per questo che, probabilmente, Lorenzo passerà al commento tecnico per DAZN Spagna, come ha annunciato lui stesso ai microfono di RTVE:” Vorrei fare il commentatore, ed è possibile che succeda, così come vorrei correre in macchina: è possibile che riuscirò a fare una o entrambe le cose”.
Di tornare a fare il pilota, per quanto ci sia stato vicino, non ci pensa nemmeno: “Da quando sono andato in pensione praticamente la metà del tempo l’ho trascorso in vacanza, in viaggio, perché era il mio obiettivo quando avevo in mente di ritirarmi. Viaggiare, ma farlo davvero, visitare le città… è quello che sto facendo. Quando ti disconnetti per un tempo relativamente lungo - e per me sono già passati tre anni - perdi quasi tutto: riflessi, fisico, ambizione, competitività... E non voglio neanche io tornare, quello che dovevo fare l'ho già fatto. Stavo per farlo nel 2020, ma ho fatto marcia indietro perché più mi avvicinavo al momento della firma del contratto, più pensavo ai momenti negativi piuttosto che a quelli positivi. Non sono pentito della mia decisione”.
Nonostante tutto secondo Jorge Lorenzo il primo contendente al titolo 2022 è Marc Marquez, con cui il 5 volte iridato si è trovato a dover fare i conti in diverse situazioni: con Yamaha prima, Ducati poi e, infine, come compagno di squadra in HRC: “Sono sicuro al 100% che se Marc Marquez tornerà fisicamente com'era prima o simile - ha spiegato Lorenzo - vincerà di nuovo dei campionati perché per me è ancora superiore sia fisicamente che tecnicamente, oltre che per ambizione e desiderio. Se quello che è successo a Márquez fosse successo a un altro pilota l’avrebbe distrutto. Ma Marc, di tutti loro, è sempre stato il pilota con meno paura, il più forte fisicamente, che è caduto ed è tornato subito lo stesso. L’infortunio è stato brutale, ma non so se è stata sfortuna perché Marc ha sempre rischiato molto…".
Non che alla MotoGP manchino i protagonisti: “Da Jerez 2020, quando Márquez si è infortunato, ci sono stati molti vincitori e molti favoriti, molti piloti veloci che potevano vincere le gare e ha continuato ad essere così nel 2021 e forse lo sarà anche nel 2022. Con Márquez, ovviamente, metto anche Quartararo e Bagnaia, penso che la Ducati sia sul punto di farcela, devono farcela, si o si, perché per me hanno la moto più completa. Quest'anno Pecco è già consolidato, Jorge Martín viene fortissimo ed è molto esplosivo e in quella lotta deve esserci anche Quartararo perché è campione”.
Ad ogni modo Jorge non evita di nascondere un po’ di nostalgia per i tempi andati: “Il periodo dei fantastici quattro è stato indimenticabile, l'età d'oro del motociclismo, c'era molta competizione. Noi eravamo i fantastici quattro, poi c’era Márquez, Simoncelli… C'era molto carisma, molta rivalità. Ora sembra che tutti i piloti vadano d'accordo, sono molto giovani e se la cavano tutti molto bene. Prima non esisteva tutto questo perché c'era molta rivalità tra tutti, io ho avuto rivalità con Pedrosa, con Rossi, non andavamo d’accordo. Ora tutti si fotografano insieme sui social, nel paddock... e quello per me è diverso, penso che ci fosse più personalità ai nostri tempi ”.