Che Jorge Lorenzo abbia deciso di darsi a una vita più leggera dopo il ritiro non è una novità. Di corse però continua a farne, anche se in auto. Lui affronta tutto con leggerezza, senza cercare il risultato o la competizione - come sta facendo Valentino Rossi, ‘deluso’ per un 6° posto alla 24 Ore di Spa - ma semplicemente per un po’ di adrenalina. Così dopo un anno nella Carrera Cup Italia, Jorge è passato alla Porsche Supercup con Huber Racing, dove fino alla settimana scorsa ha collezionato soltanto zeri: un brutto incidente a Monaco dopo il via e qualcosa di simile anche a Vallelunga però non gli hanno impedito di portarsi a casa (dopo un gran numero di sorpassi) una 15° piazza al round austriaco del Red Bull Ring. Ora gli restano altri sei appuntamenti, tra cui uno la prossima settimana a Silverstone. Quando gli spagnoli di Marca gli hanno chiesto delle principali differenze tra una gara in auto ed una in moto, lui ha risposto con un lungo ragionamento: “È simile nel senso che è gas e freno, devi girare, accelerare e frenare, fare curve e normalmente, corri sugli stessi circuiti. È benzina, è motore, è telaio, sospensioni, elettronica, aerodinamica, devi toccare pulsanti, adesso in MotoGP devi anche toccare tanti pulsanti. È molto simile in questo. E poi c’è il cronometro e devi lottare con 20-30 piloti. Guidi su pneumatici Michelin e sono gare”.
Queste, in breve, le assonanze. Di differenze però ce ne sono moltissime, a partire dalle più ovvie: “Con le auto sei molto più statico ed è il contrario di una MotoGP, in cui il corpo gioca un ruolo importante”, ha spiegato Lorenzo. “In frenata, in accelerazione, in tutte le curve, il peso del pilota è molto importante, è vitale, cambia completamente il comportamento della moto. Al contrario con la macchina, chiunque può guidarne una”.
Qui c’è la prima differenza: il pilota di auto puoi farlo sempre, per correre in moto devi essere un atleta. Anche se, racconta poi Lorenzo, la sensibilità del pilota resta fondamentale: “Non avendo l’ABS le ruote si bloccano molto facilmente se esageri con i freni: se muovi lo sterzo anche di qualche grado in frenata già si blocca”.
A convincerlo davvero a correre in auto, probabilmente, c’è la convinzione che sia tutto decisamente meno pericoloso e complesso: “Poi in auto ti senti molto più sicuro. È comunque uno sport rischioso, qualcosa può succedere e le disgrazie sono accadute, ma sono minori ed è molto più difficile rompersi le ossa e farsi male. Per me la macchina è più divertente, io in MotoGP non ero lì per divertirmi, ma per vincere. A volte anche in MotoGP mi sono divertito, ma sempre soffrendo, cercando sempre di arrivare al limite. La moto ti dà un po' più di adrenalina. Sai che ti pieghi, si alza, si impenna… Dopo aver passato 30 anni della mia vita in moto, mi diverto di più con la macchina e mi sento più sicuro. Non ho quella sensazione di andare in gara e dire: 'Oggi potrebbe succedermi qualcosa di brutto’. Con la macchina non ho quella sensazione", ha concluso Lorenzo. E, probabilmente, per Valentino Rossi è più o meno la stessa cosa.