Quella di Jorge Martín nella Sprint Misano è una vittoria di rapina, da attaccante che annusa la porta e l'occasione. In pochi, dopo le qualifiche, si sarebbero prefigurati il muro italiano - composto da Bagnaia, Morbidelli e Bezzecchi, schierati in prima fila - integralmente trafitto dallo spagnolo. È accaduto subito, in partenza, forse nell'unico momento propizio per Jorge: non perché nutriamo poca fiducia nelle sue qualità in bagarre, anzi, ma perché a Misano fa caldo, le prestazioni dei ducatisti sono incredibilmente simili e sorpassare, con le pressioni degli pneumatici anteriori che aumentano, è complicato per chiunque. Martín, non a caso, ha scelto di colpire nell'istante in cui tutti queste contingenze sono congelate: in partenza, allo stacco della frizione, nei primi quattro secondi, quattrocento metri sufficienti per bruciare i tre davanti, per imbucarsi alla loro festa - nel loro giardino - e rovinarla.
"Jorge, considerando che siamo a Misano e che Misano è la pista in cui i tuoi rivali fanno i solchi in allenamento, questa è una delle tue vittorie più significative?", la sostanza della prima domanda rivolta al leader del Mondiale nell'incontro con la stampa (dopo la Sprint romagnola, il madrileno conta 26 punti di vantaggio su Pecco Bagnaia). "Mah - ci pensa su lui - è solo una Sprint la vittoria è la vittoria, è sempre importante, di sicuro vincere in Italia è cruciale per me, per il team e per la Ducati. Ma sono più interessato a vincere rispetto a dove farlo. Sono molto focalizzato su domani, sarà molto difficile vincere, ma se riuscirò a conquistare la prima posizione come oggi poi, per gli altri, sarà molto difficile". A differenza di Pecco Bagnaia, che ha collocato i suoi demeriti esclusivamente in partenza, Jorge considera la vittoria come figlia di diverse virtù. "La chiave è stata solo la grande partenza? Non lo so, la chiave è tutto: avere un bel passo, essere forte in ogni curva, con una buona partenza e basta forse avrei fatto ottavo. Se è stata una gara impeccabile? Al secondo giro ho fatto un errore, sono uscito leggermente dal cordolo e ho preso il track limits. Ero molto preoccupato di andare ancora largo e prendere la penalità. Mi sono concentrato molto per fare le traiettorie giuste e in alcune curve mi sono tenuto un margine in alcune curve per non andare largo, quindi penso che domani potrò spingere di più. Ma la cosa più importante sarà conquistare presto la prima posizione".
Ha ancora margine Jorge Martín, che nel suo piano tattico per la gara lunga privilegia un'idea fissa: conquistare la testa della corsa in fretta, possibilmente in partenza, imporre un ritmo e non permettere ad anima viva di romperlo. Domenica come sabato, in soldoni, tenendo presente che nel Gran Premio il madrileno dovrà fare i conti con il doppio dei giri e una gomma posteriore diversa, la media. D'altra parte, i problemi di Jorge a Misano sono spuntati solo con la morbida dietro (al venerdì il numero 89 lamentava un'eccessiva spinta del posteriore soft sull'anteriore). Problemi di cui oggi, per la verità, nessuno si è accorto: "Non posso dire esattamente quello che abbiamo fatto, ma è stato incredibile quanto abbiamo cambiato il bilanciamento della moto nel corso delle prove. Ho migliorato molto il mio feeling con le soft. Se domani correrò con la media dietro, credo dovremo tornare indietro sul setting che ho usato venerdì. Qual è il mio setting di base? Per me è molto difficile avere una base, cambio spesso. Ora la moto è molto simile alla configurazione di Le Mans, in linea di massima abbiamo due setting di base che utilizziamo a seconda delle piste". Memori dell'ultima volta in cui Pecco Bagnaia ha messo pressione a Jorge per diversi giri consecutivi (era il Sachsenring e Martín, dopo aver condotto tutta la gara col fiato del numero 1 sul collo, cadde a pochi giri dal termine), i giornalisti hanno chiesto al madrileno se le modalità con cui ha vinto la Sprint di Misano dimostrino una sua maturazione. La risposta del leader del Mondiale è un manifesto del suo stato di forma: "La penso così 'se uno è capace di prendermi e passarmi bravo lui'. Dalla Germania sono migliorato molto, penso che sia cambiato un po' la mia mentalità, sono meno stressato quando un pilota mi mette pressione".