Tre italiani nei primi quattro e, soprattutto, tutte e quattro le Ducati Desmosedici GP 24 davanti a tutti. E’ la prima considerazione che viene da fare dopo la bandiera a scacchi del GP di San Marino. Anche perché è successo praticamente tutto in partenza: con Jorge Martin che ha azzeccato lo start perfetto e ha bruciato tutti, girando primo alla prima curva, nonostante anche Pecco Bagnaia, che partiva dalla pole, e Franco Morbidelli, che partiva dalla terza casella, abbiano avuto un buono spunto. Di bagarre, però, se ne è vista poca, con Martin che ha letteralmente martellato dal primo all’ultimo giro, seguito da un Bagnaia che è stato sempre lì, senza però tentare mai l’affondo e probabilmente anche senza prendere rischi inutili dopo il bottino più che misero portato a casa da Aragon.
“Spero che domani potremo fare qualcosa di meglio – ha detto Bagnaia ai microfoni di Simon Crafar appena raggiunto il parco chiuso, con un’espressione forse un po’ delusa stampata in viso – E’ stata una partenza disastrosa perché ho perso la mia posizione e poi è stato tutto un po’ una conseguenza di quella partenza. E’ chiaro che non sono contento”. Il distacco al traguardo da Jorge Martin è stato di 1,4 con lo spagnolo che, ovviamente, aveva in viso il ghigno di chi sapeva di aver centrato il colpaccio a sorpresa. “Finalmente – ha detto lo spagnolo - torno alla vittoria, sono felicissimo, nelle prove abbiamo sofferto ma abbiamo lavorato alla perfezione, è stato difficile. Mi aspettavo di lottare con Pecco ma non pensavo di partire così, ho spinto tantissimo cercando di non commettere errori, mi ero creato un vantaggio negli ultimi giri. Domani sarà una storia diversa ma la strada è quella giusta"
Doppietta Pramac, quindi, sul podio della Sprint di Misano, con quello che sorride più di tutti che, paradossalmente, è anche quello che è arrivato terzo. Franco Morbidelli l’aveva detto anche nel media scrum di giovedì e l’ha ripetuto anche pochi secondi dopo la bandiera a scacchi: “Stiamo arrivando”. Il riferimento, chiaramente, è al fatto che sta trovando sempre maggiore confidenza con la Desmosedici 2024, dopo il difficilissimo avvio di stagione. “Aspettavamo da tempo questo tipo di risultato e è per questo che abbiamo lavorato” – ha tagliato corto. Il pilota italobrasiliano, che ha potuto gestire la terza piazza per quasi tutta la durata della gara, ha dovuto rimettere insieme tutte le energie all’ultimo giro, quando la Desmosedici di Enea Bastianini gli si è fatta sotto. Morbidelli ha chiuso tutte le porte, rispondendo anche al tentativo disperato del 23 a poche curve dalla bandiera a scacchi, con tanto di errore e buco per incrociare lasciato aperto al pilota di Pramac.
Chi, invece, è riuscito nel sorpasso all’ultimo giro è Marc Marquez, questa volta a spese di Pedro Acosta. L’otto volte campione del mondo è stato costretto alla solita gara di rimonta e l’unico che “gli ha reso la vita facile” è stato Marco Bezzecchi, caduto proprio mentre era in bagarre con lui, Brad Binder e Jack Miller. I due di KTM, esattamente nello stesso ordine, hanno quindi chiuso appena dietro Pedro Acosta, rispettivamente settimo e ottavo, mentre nei primi dieci è tornato a farsi vedere Fabio Quartararo, che qui a Misano ha potuto contare su un nuovo telaio per la sua M1. Il francese ha preceduto l’altra Ducati rimasta in gara, quella di Alex Marquez, mentre anche Fabio Di Giannantonio, con l’altra Desmosedici del team VR46, è caduto nelle prime fasi della gara.
Male anche le Aprilia, con Maverick Vinales e Aleix Espargarò che aprono la seconda parte della classifica davanti alla prima delle Honda con Johann Zarco. Quattordicesimo Pol Espargarò, a Misano come wild card e con una KTM RC16 sperimentale, seguito da Miguel Oliveira, Augusto Fernandez, Raul Fernandez, Luca Marini, Alex Rins e Takaaki Nakagami. Non al traguardo, insieme a Marco Bezzecchi e Fabio Di Giannantonio, anche il collaudatore di Honda Stefan Bradl.