“Eh sì che li ho contati: 1225 giorni”. Sembrava che Franco Morbidelli scherzasse nella sala stampa del Marco Simoncelli World Circuit e invece no: ha contato davvero i giorni che sono passati dall’ultima volta in cui i suoi stivali hanno calpestato il podio prima di riuscirci di nuovo oggi, nel GP che considera di casa e, come ha detto lui, “davanti ai miei amici, alle persone con cui sono cresciuto e in un luogo dove ho vissuto grandi gioie. Ho bellissimi ricordi qui e sto cercando di costruirne di nuovi. Comunque è solo una Sprint. E mancano ancora due posizioni perché voglio tornare a vincere, a sentire quel gusto lì”.
Tipico del pilota: sentire l’odore, provare il sapore e, poi, avere fame ancora. Già giovedì negli occhi di Franco Morbidelli c’era una luce differente: quel modo di guardare che hanno quelli che sentono che la svolta è arrivata, che le cose stanno cambiando e che, senza scadere in inutili dissing o poco eleganti polemiche, anche le risposte a tutti quelli che hanno alimentato dubbi sul suo talento e sull’opportunità di vederlo ancora in MotoGP stavano arrivando. Franco, questo podio qui a Misano è un dito medio in faccia a tutti quelli che ti hanno criticato ultimamente? Glielo hanno chiesto, esattamente in questi termini qui. Ma Franco Morbidelli è uno che fa sempre una pausa prima di rispondere. Uno che pensa. Che non ci casca e che, anzi, è ben consapevole che gli schiaffi ragionati sono il colpo speciale dei rari.
“Haters will always hate (letteralmente: gli odiatori odieranno sempre; alla MOW maniera: chi è nato per rompere il caz*o saprà sempre e solo rompere il caz*o, ndr ). E’ una frase che mi piace tanto e la ripeto adesso qui. Quindi no, nessun dito medio in faccia a nessuno. Solo la contentezza per un risultato che comunque considero un punto di partenza, ma che mi rende felice anche per gli uomini della mia squadra. Perché io certe critiche le reggo e non mi feriscono, ma magari non è così per tutti. Quelle persone lì, che criticano sempre, a volte sono anche una spinta a fare meglio. Abbiamo lavorato tanto, con grande impegno e senza mollare mai niente e tutto questo lavoro fatto ha cominciato a pagare. A ripagare. La dedica? E’ per la mia squadra, il primo pensiero è andato lì”.
Poco da dire, invece, sulla gara, con Morbidelli che ha scherzato sulla partenza: “Non ho fatto una buona partenza, semplicemente è stata una partenza meno disastrosa delle altre, ma dire che sono partito bene sarebbe una bugia. Sto cominciando a capire, a acquisire quell’esperienza che serve anche per avere il migliore start possibile e ogni volta miglioriamo un po’. La partenza perfetta, oggi, l’ha fatta Jorge Martin, io sto arrivando nella media”. Il resto è cronaca di 12 giri fatti a ritmo sostenuto, sempre sul passo dei primi due, con Morbidelli che alla fine è arrivato molto vicino a Pecco Bagnaia e ha potuto rispondere anche all’attacco di Enea Bastianini.
“E’ stato un sabato fantastico: un sapore tutto speciale – ha aggiunto - A centro gara ho gestito un po’, mi ero tenuto qualcosa. Poi sapevo che Enea sarebbe arrivato perché comunque lui riesce sempre a performare tantissimo negli ultimi giri. Quando mi ha attaccato era molto lontano, ma semplicemente ci ha provato come è giusto che facciano i piloti. E’ andato un po’ largo e ho potuto incrociarlo, poi ho spinto ancora un po’ di più per non farlo avvicinare di nuovo. Pecco ha detto che qualcuno mi sottovaluta e che sono pur sempre un campione del mondo? Fa piacere e spero di convincere presto anche chi non la pensa come Pecco. Adesso dobbiamo provarci anche nella gara lunga a fare bene”.