Difficilmente Jorge Martín avrebbe potuto sperare in un venerdì migliore. Lui è in Q2, è veloce nel time attack e discreto in configurazione gara (Di Giannantonio e Bezzecchi sembrano avere ancora qualcosa in più del numero 89), Bagnaia invece è fuori dalla top ten, lento sia con gomme fresche che usate e forse innervosito dalla strategia premeditata del Team Ducati Pramac. Perché gli uomini guidati da Paolo Campinoti e Gino Borsoi, pur non ammettendolo direttamente, in settimana hanno messo a punto la tattica - forse l'unica possibile - per provare ad infastidire il leader del Mondiale: stargli addosso il più possibile, far sentire la propria presenza e provare ad aggiungere pressione a quella che già infiamma il weekend di Valencia del campione in carica. Così Jorge Martín, dopo una FP1 in cui pativa il degrado della gomma posteriore, nelle Prequalifiche ha ordinato tutti i tasselli. Prima uno stint degno di nota - sul ritmo dell'1'30" e mezzo - con una media usata al posteriore. Poi un attacco al tempo anticipato, a trenta minuti dalla bandiera a scacchi, per mettere in cassaforte la Q2. Infine, nell'ultimo quarto d'ora, la possibilità di infastidire Pecco Bagnaia, francobollandosi ai suoi scarichi, senza subire ripercussioni. Eccetto malumori e tensioni tra i dirigenti del Team Ducati Factory, sia chiaro. Roba comunque trascurabile quando in ballo c'è un titolo mondiale. E Jorge, nel ruolo dell'assaltatore che ha ben poco da perdere, si è già messo nelle condizioni migliori.
È un Martín decisamente galvanizzato quello che al consueto media scrum racconta un venerdì da dieci in pagella, condensato nei diverbi con gli uomini vestiti di rosso e nelle scaramucce con Pecco Bagnaia: "Sono felice perché tutto è andato bene ed ero super veloce, questa è la cosa più importante. Mi sono sentito molto forte in termini di passo con le gomme usate, penso che forse all'inizio delle Prequalifiche fossi l'unico in pista con la media usata al posteriore e quello stint è andato molto bene. Sono davvero soddisfatto del mio livello, anche considerando la strategia particolare che abbiamo adottato. Abbiamo provato a fare un time attack anticipato a metà sessione per essere tranquilli nelle prime posizioni, l'abbiamo fatto con la media anteriore che non mi piace tanto. Poi abbiamo tentato l'azzardo seguendo Pecco, ho pensato 'se va in Q2 sicuro ci vado anch'io, altrimenti forse resto fuori anch'io'. Ho solo provato a seguirlo, a capire le sue linee, i suoi punti e forti e deboli. Sicuramente ero vicino, ma penso che sia l'unico modo di mettere un po' di pressione, stare con lui e giocare allo stesso gioco. Fortunatamente sono riuscito a fare il giro buono dietro di lui, che evidentemente non era contento della situazione. In compenso ho visto che ci sono due curve dove è più veloce di me, che quindi dobbiamo migliorare per domani. Poi facevamo linee davvero differenti, e forse la mia gomma anteriore si stava surriscaldando perché ero davvero vicino".
"Se non ci fossero state le bandiere gialle allo scadere avresti provato a passare pecco nell'ultimo giro lanciato?"- viene domandato ad un certo punto a Jorge, che risponde convinto: "No, no, sicuramente devo stargli addosso e fargli sentire la mia presenza, ma non penso sia giusto rovinare i suoi giri veloci sorpassandolo. Stavo solo dietro, studiavo le sue traiettorie...sicuramente non è bello da vedere, non è ciò che mi piace fare solitamente, ma è quello di cui ho bisogno. Non andrò al prossimo livello di disturbo. Ho visto che in Ducati erano un pò contrariati per la situazione, ma è chiaro che questa è l'unica cosa che possiamo fare. Non ho buttato Pecco fuori pista, l'ho solo seguito. Tanti piloti quest'anno hanno seguito me o Pecco, e non è stato detto niente. Penso che si debbano rilassare un po' e capire la situazione. L'esultanza quando è stata data la bandiera gialla per la caduta di Pol Espaergaró? Solo perché avevo visto che ero dentro nei dieci e avevo capito che la sessione era finita, nient'altro. Vincere o cadere sono le uniche opzioni per me in Sprint Race? Vincere è il primo obiettivo, altrimenti bisogna stare davanti a Pecco".