Kevin Schwantz torna a parlare in un’intervista ai colleghi di bikesportnews.com, in cui analizza la situazione della Suzuki (con cui vinse un’indimenticabile mondiale nel 1993) ed il futuro degli americani in MotoGP. Il texano si dice subito contrario a chi ha visto il 2020 come un campionato falsato dai GP fuori stagione, dalle gare doppie e -soprattutto- dall’assenza di Marc Marquez: “La concorrenza era davvero serrata. Suzuki ha vinto il mondiale ed è stato fantastico. Anche KTM poi ha vinto un sacco di gare, mentre Honda e Yamaha hanno avuto qualche difficoltà, e nel complesso penso che la competizione sia stata fantastica”.
Poi spiega che il favorito al titolo, tra i piloti Suzuki, era Alex Rins: “Pensavo che Rins fosse l’uomo giusto all'inizio della stagione, ma poi si è fatto male nel primo fine settimana a Jerez e l’infortunio alla spalla ha condizionato il resto della stagione. Joan Mir invece è sempre stato costante e veloce”.
Sull’addio di Davide Brivio, che nel 2021 lavorerà in Formula 1 per Renault-Alpine, Schwanz spiega che è stata una scelta comprensibile e piuttosto naturale: “Vedo il punto di vista di Brivio, che ha visto una nuova sfida in un mondo diverso e vuole farcela, e non c'è dubbio che lo farà. Alla Suzuki mancheranno molto sia Davide che Roberto (fratello di Davide, ndr.) entrambi hanno fatto un ottimo lavoro mettendo insieme la squadra. Non sarà facile sostituirli, ma Sahara-san ha coperto molti incarichie ha fatto un sacco di cose in Suzuki, anche nelle moto di serie come la GSXR-1000 per cui abbiamo lavorato insieme, quindi penso che abbia il know-how per essere in grado di mantenere quella squadra continuando a sviluppare un’ottima moto per le corse, gli auguro buona fortuna. Mi sono offerto di aiutare ma non voglio essere a tempo pieno, questo è certo”.
Normalmente Kevin Schwantz passa molti GP nel box Suzuki, dove dispensa consigli e si gode le corse. Il 2020 però, causa, Covid, ha complicato le cose anche per lui: “Ogni volta che Suzuki vince è speciale, senza dubbio. Non avendo avuto un reale coinvolgimento con la squadra e non essendo stato in nessuno dei GP quest'anno, mi sono sentito un po’ distante, ma sicuramente mi sono sentito orgoglioso quando la Suzuki ha vinto le gare e quando hanno cominciato a lottare per il campionato, per non parlare di quando Joan Mir ha vinto il mondiale".
Poi passa ad analizzare i piloti americani nel circus: l’ultimo statunitense ad aver vinto un titolo nella classe regina è stato Nicky Hayden nel 2006, ma secondo il texano il problema più grande resta la mancanza di un mercato forte per quanto riguarda le moto sportive. Parlando di Joe Roberts, un podio e tre pole position al debutto, Schwantz si dice sorpreso che il ventitreenne non abbia accettato l’offerta di Aprilia di passare in MotoGP: “Non credo che un pilota abbia molte opportunità per ottenere un posto in MotoGP e rifiutarne uno potrebbe essere stato, secondo me, abbastanza sciocco. Se è lì che vuoi essere, arrivaci il più velocemente possibile. Penso che Joe abbia fatto un ottimo lavoro con American Racing nel 2020, ma ora andrà in una squadra diversa, quella dei campioni del mondo Moto2, e la pressione sarà alta. Penso che Joe abbia le capacità, aveva John Hopkins a lavorare con lui e penso che un allenatore faccia una grande differenza di questi tempi: avere qualcuno lì che ti guarda come corri e che è stato al tuo posto è in grado di aiutarti quando arrivi a chiederti "perché non posso andare più veloce?".
Infine, nel 2021 Kevin spera di vedere qualcosa di simile all’anno appena trascorso, sia per quanto riguarda le gare così combattute che per l’esito del mondiale: “Non vedo l'ora di vedere di nuovo delle belle gare con tanta competizione - ha raccontato Schwantz - Il campionato del 2020 è stato, come ho detto, uno dei più emozionanti per quanto riguarda la sfida, con diversi vincitori e diversi costruttori in testa e spero di vedere la stessa cosa nel 2021. Suzuki ha ancora una buona moto e se vincesse un secondo mondiale sarebbe piuttosto speciale”.