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L’Europeo di calcio "più sostenibile di sempre" è solo (tanta) apparenza: il "green" come specchietto per le allodole

  • di Valerio Moggia Valerio Moggia

19 giugno 2024

L’Europeo di calcio "più sostenibile di sempre" è solo (tanta) apparenza: il "green" come specchietto per le allodole
L'Europeo di calcio 2024 viene raccontato dalla UEFA come "l’Europeo della sostenibilità", e non a torto sotto alcuni punti di vista. Ma la verità è che sotto una patina "green" problemi e contraddizioni rimangono

di Valerio Moggia Valerio Moggia

Finalmente un Europeo sostenibile. “United by Football - Together for Nature” è lo slogan di Euro 2024, che sottolinea come ormai la sostenibilità sia un tema che le grandi aziende come la UEFA - e quindi anche i grandi eventi sportivi - non possono ignorare. E in effetti le iniziative per l’ambiente non sono poche: come sedi delle partite si sono scelte città ben collegate tra loro con la ferrovia, i possessori dei biglietti dei match avranno degli sconti per viaggiare in treno, c’è grande attenzione al riciclo e al riuso. La UEFA ha addirittura istituito un fondo speciale in cui verserà 25 euro per ogni tonnellata di CO2 emessa durante il torneo, e il ricavato verrà destinato a progetti di transizione ecologica per le società di calcio di base. Sembra tutto bellissimo, e a ben vedere lo è. Se non fosse che il progetto della UEFA per la sostenibilità si regge su zampette sottili e traballanti. Tutte queste iniziative sono state possibili soprattutto per un motivo: si gioca in Germania, un paese che aveva già la maggior parte della strutture pronte o quasi, e che ha storicamente una grande attenzione all’impatto ambientale, anche nel calcio. Nelle partite di Bundesliga, il massimo campionato locale, i tifosi possono usufruire di sconti per recarsi allo stadio tramite i mezzi pubblici, o farlo in bicicletta, usufruendo dei grandi e comodi stalli fuori dagli impianti di gioco. Una situazione, dunque, totalmente diversa rispetto al Mondiale in Qatar, dove tutto doveva essere costruito da zero e dove non ci fu alcun rispetto per la questione ambientale - e, nonostante ciò, la FIFA lo descrisse lo stesso come un torneo attento alle questioni green.

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Ecco, restiamo un momento sul Qatar. Perché il piccolo stato arabo risulta ancora tra gli sponsor di Euro 2024, attraverso la sua compagnia aerea Qatar Airways. È normale che un evento di questo tipo abbia tra i propri partner commerciali anche un’importante compagnia di volo (che è poi sponsor della UEFA anche oltre i limiti degli Europei del 2024), ma questa collaborazione non può che apparire contraddittoria. Qatar Airways è una diretta emanazione del governo di Doha, che si regge sui combustibili fossili e non ha mai dimostrato alcuna sensibilità verso queste problematiche. Poco importa se la UEFA ha cercato di “nascondere” questo legame sotto a una serie di accordi con società cinesi specializzate nel settore elettrico (a partire dalla casa automobilistica BYD, che ha ormai superato Tesla sul fronte delle vendite a livello mondiale).

L’impressione è che Euro 2024 sia per la UEFA una perfetta occasione di greenwashing, realizzata facendo affidamento sulla Germania e la sua sensibilità su questo tema. Lo conferma il fatto che, mentre si preparava questo torneo, si assegnava l’edizione del 2032 a Italia e Turchia, due paesi molto distanti, che richiederanno frequenti spostamenti aerei. La carta della sostenibilità, le istituzioni del calcio se la giocano quest’anno per poter avere carta bianca in futuro.

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