“La Honda ha aspettato Marc Marquez per tre anni, lui dovrebbe fare lo stesso”. Si riassume così il pensiero di Sito Pons, due volte campione del mondo nella quarto di litro nonché proprietario di un team di riferimento per la Moto2. In breve, durante un’intervista su YouTube con il giornalista spagnolo Manuel Pecino, Pons ha ricordato gli ultimi anni di questo rapporto che - siamo ben oltre le speculazioni - potrebbe interrompersi nei prossimi mesi. “Penso che la Honda gli sia sempre stata fedele”, ha ricordato. “Lo hanno sempre pagato molto bene, praticamente non corre da tre anni e la Honda lo ha supportato. Se fossi Marc non lascerei la Honda. Resterei e li aiuterei a sviluppare la moto, perché quel loro approccio lo devi pagare con fedeltà e lealtà. Sono stati fedeli a Marc e penso che Marc debba essere fedele alla Honda”.
Poi continua, mettendo tutto su di un piano umano: “Se fossi Marc o il suo manager, gli consiglierei di continuare con la Honda, lavorare con calma, sviluppare la moto e provare a vincere ancora con la moto. Questo è un bel progetto. Ha già ottenuto tutto, tutti i soldi che vuole, non ha bisogno di vincere altre gare. Di certo ha ottenuto molto più di quanto avrebbe pensato”.
Il discorso però è più complicato di così: se Marc Marquez ha accettato di sottoporsi a quattro operazioni e rischiato di perdere la vista non lo ha fatto per onorare il suo contratto con la Honda - alla quale aveva proposto la restituzione dello stipendio - lo ha fatto, ovviamente, per vincere, che è tutto ciò di cui gli importa. Secondo Sito Pons, ad ogni modo, “Marc dovrebbe comportarsi bene, alla fine vincere una o tre gare in più non gli cambierà la vita”. Chissà se, dal suo punto di vista, per parlare di mondiali è ormai tardi. Ad ogni modo, Pons ricorda che anche HRC ha delle responsabilità nella scelta: “Sarebbe un'altra cosa se in Honda gli dicessero 'Non abbiamo intenzione di investire o di sviluppare la moto’, lì sarebbe diverso. Ma se la Honda è disposta a fare quello che vuole Marc e a lavorare sulla moto la moto, io resterei”. Su quest'ultimo punto, se non altro, Honda ha fatto grande chiarezza: non solo l'intenzione è quella di tornare a vincere, in Giappone è stato coinvolto anche il reparto dedicato alla Formula 1 per restituire ai piloti una moto competitiva.