A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. La vecchia massima è tornata attuale, ieri, anche in MotoGP, perché le parole di Marc Marquez dopo la bruttissima caduta nelle prove libere del pomeriggio ad Assen hanno fatto tornare in mente i sospetti – subito bollati come infondati – avanzati da alcuni dopo l’incidente di Jerez del 2020, quello che ha rischiato di costare a Marc Marquez la carriera. In quell’occasione, infatti, alcuni avevano provato a prendersela con l’elettronica, sostenendo che qualcosa non avesse funzionato come avrebbe dovuto, disarcionando l’otto volte campione del mondo dalla sua RC213V in maniera del tutto innaturale. E’ vero, però, che quel giorno Marquez stava spingendo come un forsennato e l’ipotesi che potesse essere stata tutta colpa dell’elettronica finì immediatamente nel sempre rinnovato armadio delle teorie del complotto.
Ieri, però, il fenomeno di Cervera è stato protagonista di una caduta molto simile a quella di Jerez e nelle sue dichiarazioni, passata la grande paura, ha svelato proprio di essere stato tradito dall’elettronica. Tra l’altro usando, in maniera umanamente del tutto comprensibile, toni piuttosto forti e mostrandosi decisamente incazzato e preoccupato. “Non mi aspettavo di cadere perché è una delle curve dove tutti i piloti della MotoGP lasciano la piena gestione all'elettronica – ha spiegato – E’ proprio l’elettronica che dovrebbe impedire questo tipo di cadute, a meno che non si sporga di più la moto o si faccia un movimento con il corpo che non si tocca. Non è stato così. La ruota ha semplicemente iniziato a sbandare e niente mi ha fermato, l'elettronica non mi ha fermato. Non sono arrabbiato con nessuno in particolare, ma sono preoccupato. Preoccupato nel senso che è una delle cose che, in termini di sicurezza per i piloti Honda, dobbiamo migliorare. Ci sono punti che ancora ci sfuggono”.
Non è arrabbiato, ma, giustamente, non è più disposto a mettere in gioco pelle e carriera per qualcosa che non dipende direttamente da lui e chiede ad Honda uno sforzo ulteriore per risolvere immediatamente il problema: “E’ fondamentale provvedere e fare in modo che cose del genere non accadano più. Non per il 2022, ma già per la prossima gara. E’ troppo pericoloso così. Sono stato fortunato ad uscire illeso, o comunque solo un po’ acciaccato, dalla caduta di oggi, ma quando succedono cose così non sei tranquillo. Un pilota deve essere messo nelle condizioni di spingere al massimo e non dovrebbe stare con il patema di chiedersi se funzionerà tutto come dovrebbe”.
Uno sfogo in piena regola, quello di Marc Marquez, che probabilmente conferma i sospetti dei soliti maliziosi di un anno fa: anche in quell’occasione l’elettronica ha peggiorato le cose e le colpe non sono state tutte del pilota, reo di andare veramente oltre il limite nel pieno delirio di una rimonta forsennata. Troppo simili le due cadute, troppo simile tutto per pensare che un anno fa l’elettronica di Honda non c’entrasse niente con l’incidente. “Un conto – ha concluso Marquez - è se cadi perché stai esagerando, un altro se finisci a terra nonostante tu abbia fatto tutto uguale al giro precedente, addirittura mentre sei dietro a un altro pilota e stai andando più piano di lui. Non è accettabile subire questo tipo di cadute e non è la prima volta che capita. E’ l’elettronica che deve gestire quella situazione, esattamente come fanno tutte le altre moto. Ma la Honda non ci riesce: serve una soluzione per il futuro”.