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L’unica “V” è quella di Valentino Rossi: Yamaha sceglie la solitudine (per ora)

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

26 febbraio 2023

L’unica “V” è quella di Valentino Rossi: Yamaha sceglie la solitudine (per ora)
Suzuki ha lasciato la MotoGP e la Yamaha M1 è quindi rimasta l’unica moto spinta da un motore quattro cilindri in linea. Della realizzazione di un motore a V si parla da tanto e c’è anche un progetto ma Lin Jarvis ha spiegato che, almeno per adesso, la “V” in Yamaha è solo l’iniziale del nome della leggenda di Tavullia

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

“Avere la squadra di valentino Rossi come team satellite dovrebbe essere quasi naturale” – Lin Jarvis aveva detto più o meno così, nei giorni scorsi, spiegando che a Iwata si vuole tornare a correre con quattro moto e che già nel 2024 le M1 in pista potrebbero raddoppiare. L’obiettivo dichiarato è quello di mettersi tra Valentino Rossi e Ducati, per provare a capire se ci sono (e eventualmente quante sono) le possibilità che la squadra di Tavullia e il costruttore di Borgo Panigale interrompano in anticipo il loro accordo per aprire la strada al ritorno del Dottore in Yamaha.

Quella di Valentino Rossi è, almeno per adesso, l’unica V su cui Yamaha intende puntare davvero. Dopo l’addio di Suzuki alla MotoGP, infatti, la moto della casa di Iwata è rimasta l’unica spinta da un quattro cilindri in linea e il costruttore giapponese, in questi mesi, non ha nascosto di lavorare sul progetto di un propulsore a V da 1000cc. Sembrava fatta – visto che anche Fabio Quartararo spinge in questa direzione – ma proprio Lin Jarvis in queste ore ha spiegato che le cose stanno in maniera decisamente diversa.

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“Quando mi dicono che Yamaha è rimasta sola, che adesso che Suzuki ha lasciato la MotoGP siamo rimasti gli unici con il motore in linea – ha scherzato Lin Jarvis – rispondo sempre con una battuta: ‘sì, è vero, siamo gli unici ad avere questo vantaggio’. E’ un modo ironico, ma sono convinto che sia ancora così. Cambiare adesso sarebbe una decisione molto coraggiosa e di vasta portata, pensiamo che abbia più senso procedere con una progettazione del motore che non lasci nulla al caso. Siamo convinti che troveremo ancora grandi capacità di sviluppo con il nostro Inline-Four”. Bisogna capire, ora, quanto ne sarà convinto anche il cronometro e quanto riusciranno a esserlo anche i piloti, visto che Fabio Quartararo chiede da mesi maggiore potenza e velocità, anche sacrificando un po’ della proverbiale agilità della Yamaha M1.

“Non si può dire che i motori in linea non siano competitivi o che siamo persi – ha proseguito ancora il manager inglese della Yamaha parlando con Speedweek - Yamaha è arrivata seconda anche nel Mondiale 2020 con Franky e nel 2022 con Fabio con la M1. Crediamo fortemente nel nostro concetto di motore e al momento stiamo andando decisamente oltre in questa direzione. Non riesco a immaginare un cambiamento a breve termine, perchè se dovessimo passare a un motore V4 ora avremmo evidenti svantaggi. Saremmo in ritardo, perché la maggior parte della concorrenza ha più di 20 anni di esperienza con i motori a V. E’ un compito enorme progettare, sviluppare e produrre da zero un motore V4 da 1000 cc per il Campionato del Mondo MotoGP. Se lo prevedessimo per le nuove normative per il quinquennio 2027/2031 potrebbe avere senso. Ma non abbiamo ancora deciso in che direzione andare perché il regolamento tecnico non è ancora stato fissato".

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