Tre ore e nessun “Cammel”, nessuna citazione di Roberto De Zerbi, né di Lionel Messi, nessun accenno a una lite tra cinquantenni malmostosi ed ex amici – e dire che uno è proprio lui, il padrone di casa – tra i quali volano gli stracci e i comunicati, manco fosse il gossip di un divorzio all’italiana al quale manca solamente Annamaria Bernardini De Pace. Eppure il Bobo Vieri Talk Show, nuovo format che ha sostituito il Calcio con la F con Lele Adani, Antonio Cassano e Nicola Ventola, se azzecca gli ospiti sa farsi apprezzare, anche se ancora non si sa bene cosa sia né dove voglia andare, ma se non altro si intuisce che la voglia di fare analisi profonda è superata ampiamente da quella di caz*eggiare, che non prendersi sul serio è la cifra stilistica attuale e che la nuova Bobo Tv è tornata indietro di quattro anni, perché ripropone ciò che aveva proposto al tempo del lockdown, quando le live di Instagram avevano lanciato ciò che oggi è un canone. E forse non è nemmeno un male. Dopo la puntata con youtuber e creator, chiunque fossero, quella con gli ex calciatori, strapubblicizzata, è andata live lunedì 13 novembre – in ordine di apparizione, ecco Francesco Totti, Adriano, Nicola Amoruso, Mark Iuliano, Davide Falcioni, Alessandro Diamanti – deludendo gli aficionados del format precedente e, al contempo, probabilmente agganciando nuovi adepti. Logico che sia così, essendosi alternati momenti esilaranti – l’intervento di Diamanti, interessantissimo e illuminante, è stato inframmezzato da una mimica facciale e una comicità, la sua, che non ha fatto rimpiangere Cassano, ma decisamente meno sguaiato e tranchant – e altri di noia, perché reggere tre ore di chiacchiere non era cosa nemmeno per Adani e compagni. Insomma, di David Letterman e Jimmy Fallon qui non ce ne sono, manco di Cattelan, figurarsi. E allora sentire Adriano – bellissimo però rivederlo, e rivederlo col sorriso – che della A sa poco nulla e rispolvera Gabigol, niente meno, come uomo da Seleçao, rimette la chiesa al centro del villaggio, e cioè l’impressione che in un talk show di calcio, poi, si possa parlare anche solo per sentito dire. Che non è il massimo, ma non lo è nemmeno sentirsi infondere Verbo e Verità assoluti.
Tanto spazio al passatismo, che può piacere o non piacere, che può stancare anche perché Vieri che non ha esattamente nelle domande ficcanti il suo forte, ma nel quale si può dire un po’ di tutto, anche cose opposte: elogiare il risultatismo di Massimiliano Allegri (Amoruso: probabile che Adani abbia avuto un mancamento pensando che, sino a poco tempo fa, in quello slot c’era lui a dire esattamente il contrario) e al contempo dargli senza mezzi termini del paraculo (Falcioni) perché non parla di Juve favorita per lo scudetto. Già, Falcioni: ospite tirato in mezzo un po’ per caso, è una memoria per nerd ultraquarantenni, un portiere marchigiano che nel 1996 arrivò alla Juventus proprio con Vieri, Amoruso, Iuliano e Montero per fare il terzo a Angelo Peruzzi e Michelangelo Rampulla. Oggi, a 48 anni, ha la faccia da goduto, ha vissuto qualche anno che nemmeno nei suoi sogni e per questo sembra uscito da un cartone animato, o almeno da un locale di Umberto Smaila. Forse Bobo ha trovato un nuovo compagno di merende, chissà, ma gli ospiti cambieranno volta per volta, e in questo turnover qualcuno di particolarmente a suo agio (Falcioni come Diamanti) Vieri lo troverà, ma difficilmente gli permetterà di prendersi la scena.
I numeri? La live passa da 16 mila a 10 mila, si assopisce nel mezzo, ma quelli sono i numeri di Twitch e valgono per difetto perché, come Vieri dice già all’inizio, “ci possono vedere dappertutto”, e allora bisognerebbe aggiungere i contatti delle app e dei siti della Lega di A e di Rds, oltre a TikTok e al digitale terrestre. Ma i numeri sono risultatismo, e a Bobo fregano fino a lì – non si contano i suoi “ciao ciao” alle vedove con la F che annunciano nei commenti di non avere più intenzione di seguirlo, ma scrivono in continuazione e sino alla fine della live – e, a ben guardare, durante la diretta siti e sitarelli rilanciano qualsiasi cosa venga detta dagli ospiti, anche se si tratta di opinioni destinate a non cambiare gli equilibri geopolitici internazionali, e nemmeno quelli calcistici, come peraltro pure accadeva nella versione gettata a mare. Così ecco le riprese su Totti e una Roma “strutturata per arrivare tra le prime quattro”, un José Mourinho che “je rinnoverei subito” e un club nel quale i tifosi lo rivorrebbero “ma i matrimoni si fanno in due, non c’è volontà dall’altra parte, dunque stop alle telefonate”, e il Capitano non sbaglia un congiuntivo anche se poi pare quasi gli scappi uno “chapeau” che però si perde lì. Se cercate in giro, trovate anche le parole di Adriano sull’Inter, quelle di Amoruso e di Iuliano sulla Juventus: nulla di che, ma non si può dire che non ci sia stata eco mediatica, e pazienza se poi ci si ferma qui, ma il giornalismo è questo oggi, e del resto, pure qui, si sta scrivendo della Bobo Tv, cioè in fondo di niente, tanto prima, quanto ora.