Dopo la decisione della Fia di vietare caschi o magliette a sfondo politico sociale, il presidente Mohammed Ben Sulayem è tornato sul tema, prospettando l’ipotesi che nella stagione 2023 anche per dichiarazioni durante i weekend di gara i piloti debbano prima avere l’approvazione della Federazione. Pronta la reazione di Lewis Hamilton, assieme a Sebastian Vettel uno dei campioni sempre stati attivi nella difesa dei diritti contro le discriminazioni: “Non mi sorprende, ma nulla mi impedirà di parlare delle tematiche che mi appassionano”, ha detto a margine della presentazione della Mercedes W14. E ha aggiunto, rincarando la dose: “Ritengo che lo sport abbia sempre la responsabilità di parlare delle questioni di interesse sociale, di creare consapevolezza e di affrontare temi importanti, soprattutto quando si viaggia in luoghi diversi. Quindi per me non cambia nulla”.
Le resistenze alla linea “neutralista” della Fia vengono anche da Liberty Media, che per bocca di Stefano Domenicali ha cercato di rintuzzare ridimensionando il possibile focolaio di polemiche. “la F1 non metterà mai il bavaglio a nessuno. La FIA in quanto regolatore chiarirà tutto, al limite ci saranno dei luoghi nei quali per rispetto si dovrà seguire delle indicazioni, siamo in attesa di novità da parte della Federazione”. Il sette volte iridato Hamilton, invece, contro il tentativo di bavaglio va giù piatto: “Penso che sarebbe sciocco dire che vorrei ricevere punti di penalità per aver parlato di certe cose, ma come ho detto, continuerò a dire la mia perché ci sono ancora molte cose che dobbiamo affrontare attraverso la piattaforma F1”.