Nei giorni scorsi era circolata la notizia che Lewis Hamilton, il pilota più vincente della Formula 1 (sette titoli mondiali), potesse avere un ruolo nell’operazione di acquisto del Manchester United tentata da Sir Jim Ratcliff, imprenditore chimico proprietario della Ineos, considerato il più ricco uomo d’Inghilterra. In realtà, per lo meno in questa fase, non ci sono fatti che dimostrino il coinvolgimento di Hamilton, sebbene questi sia legato a Ratcliff per avere a lungo pilotato delle Mercedes, di cui la Ineos è sponsor avendone anche un terzo della proprietà. La smentita è arrivata tramite l’agenzia stampa PA.
Il 22 novembre scorso il club aveva reso noto che il board della società “avrebbe preso in considerazione tutte le alternative strategiche, compresi nuovi investimenti nel club, una vendita o altre transazioni che coinvolgano la società“, in modo tale, sottolineavano i due presidenti esecutivi, Avram e Joel Glazer, da “massimizzare le significative opportunità di crescita disponibili per il club oggi e in futuro“. La Ineos di Ratcliffe, da parte sua, martedì scorso ha ufficializzato il proprio interesse a rilevare quote dello United.
L’indiscrezione su Hamilton era resa credibile dalla partecipazione del campione del mondo di F1 al tentativo (abortito) di acquisizione del Chelsea nel 2022 da parte di una cordata capitanata da Sir Martin Broughton. Da tempo, infatti, Hamilton manifesta l’intenzione di fare il suo ingresso nell’azionariato di una società calcistica di Premier League, motivandola con l’assenza di “proprietà nere” nel mondo dello sport britannico. Business sì, ma all’insegna della lotta al razzismo.