Tredici punti da Pecco Bagnaia, tredici lunghezze dalla vetta del Mondiale. Jorge Martin lascia l'India con un mix di sensazioni e accadimenti che alla fine, forse, si riassumono in una sola direzione: dopo tutto quello che il numero 89 ha passato sul Buddh International Circuit, e visto come ne è uscito, adesso il favorito per il titolo è lui. Lui che probabilmente non vuole sentirsi tale, ma intanto il feeling con la Desmosedici GP23 è cristallino, intanto davanti a sé vede alcuni dei suoi circuiti preferiti ("Da qui alla fine della stagione mi piacciono tutte le piste, non ci sono problemi da quel punto di vista", ha dichiarato giovedì). Martin corre in un team clienti, non è lui a dover vincere il campionato a tutti i costi, il suo l'ha già fatto e adesso può presentarsi al gran finale senza niente da perdere. È la quinta gara consecutiva (Sprint Race comprese) in cui Jorge Martin rosicchia punti a Pecco Bagnaia. Ci è riuscito anche oggi, nonostante una scelta sbagliata della gomma posteriore ("Se Martin avesse corso con la morbida al posteriore se la sarebbe giocata con Bezzecchi e non sarebbe arrivato così distrutto a fine gara", ha riportato Antonio Boselli di Sky dopo essersi confrontato con Gino Borsoi, Team manager Pramac) e la zip della tuta che si è aperta a cinque giri dal termine. Jorge è riuscito a chiuderla subito, con grande freddezza, con un gesto energico e fulmineo nel breve tratto rettilineo tra curva 11 e curva 12. Un guizzo pratico e risoluto che, con tutta probabilità, gli ha evitato la squalifica. Nel caso di bandiera nera, Jorge si sarebbe sicuramente mangiato le mani. Perché è stato lui, prima della partenza, a non chiudere bene la cerniera della tuta (la foto qui sotto lo dimostra). Perché nel giorno in cui Bagnaia ha sbagliato - riaprendo definitivamente il Mondiale - Martin doveva capitalizzare.
Così è stato. Martin, l'unico in griglia di partenza a montare una media al posteriore, alla fine ha avuto ragione. Conta il risultato. La scelta in controtendenza l'ha obbligato ad una guida fisica, dispendiosa. Dopo aver scavalcato Pecco Bagnaia mollando i freni, e sfiorando il campione del mondo in carica all'ingresso di curva 4, Jorge non ha più potuto respirare. La pressione di Pecco ha portato Martin a sollecitare l'anteriore e a finire in difficoltà a centro curva, dove Bagnaia gli ha restituito il servizio con un traiettoria più interna in percorrenza della sopraelevata del Buddh. In seguito alla scivolata del numero 1, i problemi di Martin non sono svaniti: la tuta si è aperta e, per richiuderla, la concentrazione sulla guida è comprensibilmente è calata. All'ultimo giro Martin è finito "lungo" in curva 4, e Quartararo si è temporaneamente preso le seconda posizione. Jorge l'ha riconquistata con un sorpasso da brividi all'esterno, prima di entrare nel cambio di direzione tra le curve 6 e 7. Niente è cambiato sino alla bandiera a scacchi: secondo gradino del podio, altri venti punti recuperati. Il massimo, oggi, in queste condizioni. La gara di Jorge Martin è stata una centrifuga di tensione, calore e momenti delicatissimi. Quaranta minuti scarsi che hanno prosciugato lo spagnolo, finito in disidratazione. Ha percorso velocemente il giro d'onore e, prima di entrare al parco chiuso, Jorge è rientrato ai box, dove i meccanici gli hanno versato bottigliette d'acqua in testa per rinfrescarlo. Di colpo, Martin ha perso le forze: si è accasciato, ha rimesso, è stato soccorso dal Dottor Charte e dall'equipe medica della MotoGP. Dopo qualche secondo si è rialzato. La Dorna ha ritardato di dieci minuti la cerimonia del podio mentre Quartararo - nel retro - ordinava a Jorge di sedersi e riposarsi, porgendogli un asciugamano. Martin, alla fine, sul podio ci è salito. Ha baciato la coppa e si è scolato la bottiglia di Prosecco, nonostante i rimproveri del Dottor Charte.
"È stata sicuramente una giornata lunga - Martin arriva alle interviste qualche ora dopo la gara, dopo un break al Centro Medico - un weekend lunghissimo. Sono partito bene, ma al primo giro ho subito capito che la gomma media non era quella giusta, peccato perché sicuramente avevo il passo per andare con Bezzecchi. Lui ha fatto una gara incredibile ma il suo passo l'avevo, l'ho dimostrato durante tutto il weekend. Ho provato a restare vicino a Pecco dopo che mi ha sorpassato, e quando ho visto la sua caduta ho provato solo a finire, ma ho preso una disidratazione e ho fatto davvero fatica ad arrivare il traguardo. È successo tutto insieme, anche con la tuta, e mi sono deconcentrato un po'. È arrivato Quartararo nel finale ma sono riuscito a tenere la posizione, sono molto contento. Per quanto riguarda la tuta sembra che non fosse chiusa benissimo, però appena ho capito che si stava aprendo ho provato a chiuderla. Ho perso più di un secondo e molte energie per farlo, non è stato facile a duecento all'ora".